Salvatore Micillo
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Archivi mensili: Luglio 2013

Misure per favorire l’attività lavorativa dei detenuti ed internati, leggete il seguente articolo e fate la vostra proposta

Pubblicato su 31 Luglio 2013 di Salvatore Micillo Pubblicato in Attività .

svuotacarceri

Arriva oggi in Aula la Discussione del disegno di legge (per l’esame e la votazione della questione pregiudiziale presentata) su S. 896 – Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 1° luglio 2013, n. 78, recante disposizioni urgenti in materia di esecuzione della pena (Approvato dal Senato). (C. 1417). Io mi sto occupando in queste ore (ci hanno dato solo 22 ore per esaminare il testo!!!) del seguente articolo in particolare. Per chi volesse suggerirmi delle aggiunte alias “emendamenti” segnalatemele al mio indirizzo di posta della Camera: micillo_s@camera.it entro le ore 17.30 al massimo.

Sarò felice di integrarle alle mie proposte.

Articolo 3-bis.
(Misure per favorire l’attività lavorativa dei detenuti ed internati).

1. All’articolo 4, comma 3-bis, della legge 8 novembre 1991, n. 381, l’ultimo periodo è sostituito dal seguente: «Gli sgravi contributivi di cui al presente comma si applicano per un periodo successivo alla cessazione dello stato di detenzione di diciotto mesi per i detenuti ed internati che hanno beneficiato di misure alternative alla detenzione o del lavoro all’esterno ai sensi dell’articolo 21 della legge 26 luglio 1975, n. 354, e successive modificazioni, e di ventiquattro mesi per i detenuti ed internati che non ne hanno beneficiato».
2. Alla legge 22 giugno 2000, n. 193, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) dopo l’articolo 3 è inserito il seguente:
«Art. 3-bis. – 1. Alle imprese che assumono, per un periodo di tempo non inferiore ai trenta giorni, lavoratori detenuti e internati ammessi al lavoro all’esterno ai sensi dell’articolo 21 della legge 26 luglio 1975, n. 354, e successive modificazioni, o che svolgono effettivamente attività formative nei loro confronti, è concesso un credito d’imposta mensile nella misura massima di settecento euro per ogni lavoratore assunto.
2. Alle imprese che assumono, per un periodo di tempo non inferiore ai trenta giorni, detenuti semiliberi provenienti dalla detenzione, o che svolgono effettivamente attività formative nei loro confronti, è concesso un credito d’imposta mensile nella misura massima di trecentocinquanta euro per ogni lavoratore assunto.
3. I crediti d’imposta di cui ai commi 1 e 2 sono utilizzabili esclusivamente in compensazione ai sensi dell’articolo 17 del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241, e successive modificazioni, e si applicano per un periodo di diciotto mesi successivo alla cessazione dello stato di detenzione per i detenuti ed internati che hanno beneficiato di misure alternative alla detenzione o del lavoro all’esterno ai sensi dell’articolo 21 della legge 26 luglio 1975, n. 354, e successive modificazioni, e di ventiquattro mesi per i detenuti ed internati che non ne hanno beneficiato»;
b) all’articolo 4, comma 1, le parole: «all’articolo 3» sono sostituite dalle seguenti: «agli articoli 3 e 3-bis» e le parole: «sulla base delle risorse» sono sostituite dalle seguenti: «nei limiti delle risorse».

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Vicinanza ai familiari delle Vittime . Salvatore Micillo sulla tragedia in Irpinia

Pubblicato su 29 Luglio 2013 di Salvatore Micillo Pubblicato in Attività .


Presidente, colleghi deputati,
come ha avuto modo di ricordare a quest’Aula in apertura di seduta la deputata Presidente Marina Sereni, l’altra notte, a Monteforte Irpino, in provincia di Avellino un bus turistico, mentre percorreva l’autostrada Bari-Napoli dell’A16, è uscito fuori carreggiata dal viadotto Acqualonga, finendo la sua corsa dopo un volo di 30 metri, in una scarpata. Sono morte 39 persone e 11 sono rimaste gravemente ferite.
Tra i feriti anche bambini, due dei quali, gravi, ora ricoverati agli ospedali Santobono e Cardarelli di Napoli.
Mi stringo anch’io ai familiari delle vittime unendomi al cordoglio espresso stamani dalla Camera ma, la sofferenza personale del sottoscritto è enorme, se si considera che trattasi di miei conterranei.
Mi chiedo, però, se una tragedia simile poteva essere se non evitata quanto meno invece ridotta nel numero di vittime e di feriti. Mi domando e chiedo se coloro che sono preposti alla sicurezza di quel tratto autostradale da taluni considerato come una “statale” più che un’autostrada, abbiano messo in campo tutte le dovute verifiche e periodici controlli atti a tutelare e prevenire episodi tragici come quello odierno.
Le immagini continue che i notiziari televisivi hanno rilanciato nel corso della notte ed oggi mostrano un guard rail completamente distaccato dal pavimento stradale a mò di cartapesta. Certamente la furia del mezzo di trasporto sarà stata forte laddove il conducente (anch’egli tra le vittime) non è riuscito a dominare l’autobus, che ha sfondato la barriera, tuttavia, quel blocco penzolante nel vuoto, che ha reso difficili le immediate operazioni di soccorso e di recupero dei corpi per il timore che potesse cadere su volontari e vigili del fuoco, impone urgenti verifiche sulla staticità, sicurezza, integrità di tutti i guard rail che insistono lungo l’intero tratto stradale dell’A16 in particolare quelli in prossimità di scarpate e dirupi.
La barriera di sicurezza è un dispositivo di ritenuta che contiene e redireziona i veicoli che escono dalla carreggiata contenendo i danni ai veicoli e ai suoi occupanti nonché agli altri utenti della strada. Può essere realizzata in cemento, in acciaio o legno. L’imponenza della barriera di sicurezza, la sua capacità contenitiva a fronte dei più imprevisti e anomali incidenti è messa alla prova proprio in questi impatti.
Si deve capire perché nel caso del bus precipitato in Irpinia la barriera di contenimento non abbia retto.
Quando nelle prime ore notturne sono stato informato dell’incidente mortale mi sono adoperato per raccogliere elementi utili per ricostruire le fasi dell’incidente e capire in che modo potevo contribuire a fare luce sulla dinamica dell’incidente.
Preannuncio all’Aula ed al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti una mia interrogazione alla luce di quanto accaduto l’altra notte, per richiedere l’immediata verifica sulla solidità delle barriere e dei guard rail persistenti lungo l’intero tratto autostradale dell’A16 nonché l’esame dei materiali impiegati per la loro costruzione. Unendomi infine alla richiesta dell’Asaps (Associazione sostenitori amici polizia stradale) sul corriere.it di qualche ora fa, di aumentare i controlli su strada, rivolgendo maggiore attenzione ai tempi di guida dei conducenti e verifiche complessive sulla tenuta dei guard-rail italiani.

Sono infine innegabili le più volte richiamate criticità anche al sistema dell’autotrasporto professionale. Secondo i dati diffusi dall’associazione con una nota, l’incidente (che ha provocato 39 vittime, 10 feriti gravissimi e 14 feriti lievi) è «forse la più grande tragedia stradale nella storia infortunistica del Paese». Il bilancio degli ultimi 60 anni è di 500mila morti e 14 milioni di feriti sulle strade italiane.
Sono cifre dinanzi alle quali dobbiamo predisporre un immediato piano di intervento.
Invito il Ministro per le Infrastrutture a monitorare l’autostrada protagonista del tragico incidente, a verificare la stabilità, solidità e materiali impiegati per la costruzione delle barriere affinché venga presto a riferire proprio in quest’Aula i risultati di tali controlli. Il terremoto dell’Aquila, lo scandalo sabbia nella costruzione di alcune tratte stradali italiane, impongono di fugare ogni ragionevole dubbio sulla vicenda. In particolare domando al Ministro di disporre subito una perizia di parte sul tratto compromesso dall’incidente mortale verificando lo stato del cordolo su cui era posizionata la barriera protettiva e se questa fosse stata correttamente posizionata o meglio ancora tecnicamente vincolata al cordolo medesimo. Chiedo altresì di sapere mediante Governo quando tale barriera fosse stata installata e se fosse rispettosa di tutte le sopraggiunte normative tecniche degli ultimi anni. Sentendo pareri di tecnici del settore – riferiscono- che talvolta anche da un anno all’altro le normative per rendere più sicure strade ed autostrade cambiano.
In Italia vi sono Dipartimenti di Ingegneria Civile che brillano per competenza e studi sulla sicurezza ed efficacia di barriere e guard rail penso a quello dell’Università Federico II di Napoli, ma pure a quello della Sapienza di Roma ed a Firenze. Scelga lei a chi affidare i controlli ma che siano disposti affinchè la coscienza politica e civile possa evitare future tragedie o da quella appena consumatasi fare memoria.
Nell’occasione e nella stagione per eccellenza degl’incidenti stradali: l’estate ribadisco pure la necessità che la Polizia stradale ha bisogno di essere potenziata per poter assicurare maggiore controllo delle verifiche su strada. Verifiche che però vanno estese dalla strada alle imprese stesse.
L’Asaps chiede e mi associo mediante specifica interrogazione una inversione della politica che delega ai controlli elettronici e alle ausiliarietà gran parte dei compiti, chiedendo invece di aggiornare i professionisti delle forze di polizia. «Le più recenti politiche, che pur hanno fatto molto in termini di leggi a favore della sicurezza stradale (patente a punti, sanzioni più severe, contrasto all’alcol) hanno trascurato il fattore del controllo umano, l’unico capace di intercettare le violazioni che si traducono poi spesso in tragedia: si chiamano tempi di guida, riposi, limitatori di velocità, (anche nei cantieri stradali) alcol, droga, pneumatici, uso del cellulare, uso delle cinture sui mezzi, per ricordarne alcuni», conclude l’Asaps, che, chiede al governo risposte concrete su queste tematiche.
La Procura di Avellino ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo plurimo e disastro colposo. Non si esclude nulla: dall’avaria del pullman a qualsiasi altra causa del grave incidente.
Potremmo dirci un paese davvero civile laddove dinanzi a tragedie immane come quella su cui si piange oggi, noi come politica abbiamo fatto davvero tutto, in termini di prevenzione, controlli ed anche permettetemi di repressione dei reati.

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1 Commento .

Quando si tratta di soldi: tutti a tavola! Pdl-Pd-Lega Nord -Udc-Scelta Civica-Sel

Pubblicato su 27 Luglio 2013 di Salvatore Micillo Pubblicato in Attività .

partiti incassano

L’Ufficio di presidenza della Camera, con il voto contrario dei 3 componenti grillini, ha deliberato il piano di ripartizione dei contributi pubblici ai partiti e ai movimenti politici per il 2013.

Si tratta in totale di 56,3 milioni di euro.

I soldi stanziati fanno riferimento alle elezioni per la Camera, per il Parlamento europeo e per le Regionali.

L’Ufficio di presidenza ha stabilito che di questi 56,3 milioni saranno 48,6 i milioni destinati ai movimenti e ai partiti rappresentati a Montecitorio. La parte del leone la fanno Popolo della libertà (con 18.6 milioni) e Partito democratico (18 milioni). Seguono: Lega Nord 5,4 milioni Udc 3,1 milioni; Scelta civica 1,3 milioni; Sel 1,1 milioni; Fratelli d’Italia 442 mila euro. I tre componenti dell’Ufficio di presidenza che hanno votato contro l’ok al piano di ripartizione sono i deputati M5S Luigi di Maio, Claudia Mannino e Riccardo Fraccaro.

Il Movimento 5 stelle, che non ha presentato la domanda per ottenere i contributi e i rimborsi per le spese elettorali, non incasserà 4,2 milioni. La loro parte verra’ restituita allo Stato.

La legge prevede che la somma annuale da ripartire a titolo di contributo pubblico ai partiti e ai movimenti politici, entro il 31 luglio di ogni anno, sia pari a 91 milioni di euro, considerando pero’ anche la quota del Senato. (fonte “Il Fatto Quotidiano)

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Grillo, la fine del Parlamento e della Costituzione #lautunnoèvicino

Pubblicato su 27 Luglio 2013 di Salvatore Micillo Pubblicato in Attività .

Ci accusano di “ostruzionismo” in Parlamento, ma il M5S è l’unico a battersi perché Il Parlamento abbia un senso.

Il Parlamento non decide più nulla, deve solo approvare i decreti legge del governo in fretta, senza discussione, sempre in nome dell’emergenza. Il governo si è sostituito al Parlamento, governa e fa anche le leggi al suo posto.

Il decreto del fare, che in realtà è un decreto del Dolce Far Nulla, è stato letto riga per riga, analizzato dai nostri ragazzi che hanno proposto 803 emendamenti. Capitan Findus Letta ha risposto che erano troppi. Il M5S li ha portati a 75. Ancora troppi. Li abbiamo ridotti a 8, in particolare conservando quelli per la piccola e media impresa e il sostegno alle famiglie. Letta, Alfano e Franceschini hanno respinto con disprezzo anche questa proposta fatta, va ricordato, da una forza parlamentare che rappresenta il 25% degli italiani. Con noi non vogliono discutere, il Parlamento, caro alla Boldrini che sembra vivere su un altro pianeta, per loro non esiste.

Per questo abbiamo fatto quello che i giornalai e i pennivendoli chiamano “ostruzionismo”. Questi stanno uccidendo la democrazia parlamentare e noi ci siamo opposti, ci opponiamo, ci opporremo sempre. Perché questa fretta per il decreto del Dolce Far Nulla? Per approvare, subito dopo, la revisione dell’articolo 138 della Costituzione, prima delle vacanze di agosto e della chiusura dei lavori parlamentari.

Gli italiani non sanno nulla dell’articolo 138 e della riforma costituzionale perché non vengono informati. Ma questo è il vero obiettivo di Letta e Berlusconi.

L’articolo 138 impone due votazioni delle camere e un referendum confermativo per modificare la Costituzione. E’ la cassaforte che impedisce colpi di mano dei partiti per cambiare la Costituzione a loro piacimento. Eliminata la barriera dell’articolo 138 pdl e pdmenoelle possono far strame della carta costituzionale per blindare il loro regime.

La nostra opposizione, fatta con notti insonni passate in Parlamento per leggere obiezioni fatte da ogni nostro singolo “cittadino” parlamentare, ha ottenuto lo spostamento a inizio settembre dell’approvazione delle modifiche all’articolo 138.

Abbiamo guadagnato un mese in cui faremo informazione, spiegheremo, cercheremo consenso tra gli italiani per bloccare questo attacco alla democrazia. Il Parlamento è (dovrebbe essere) l’espressione della volontà popolare, ma è stato privato di qualunque potere, persino di nominare (invano) il presidente della Repubblica.

Il decreto del Dolce Far Nulla è un contenitore vuoto. Non garantisce il pagamento dei 40 miliardi alle imprese in base al decreto Monti, non inserisce alcun sostegno alle famiglie povere o a rischio povertà, la decisione sull’IVA è spostata a ottobre, non viene affrontato il tema del reddito minimo di cittadinanza, non sono previste misure organiche per lo sviluppo delle piccole e medie imprese e del turismo, non si prevedono tagli drastici ai costi dello Stato, non c’è la cancellazione del finanziamento ai partiti (che anzi hanno incassato 91 milioni di euro con la rata di luglio), nessun cenno a una nuova legge elettorale (è ormai chiaro che vogliono tenersi il “Porcellum”).

Il M5S voleva inserire questi temi nel decreto del Dolce Far Nulla, ma a Capitan Findus Letta e ai partiti non interessavano. L’autunno è vicino. Ripeto: l’autunno è vicino.(da beppegrillo.it)

Se vuoi puoi partecipare alla discussione su twitter #lautunnoèvicino

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Ma siamo sicuri che l’ostacolo alla revisione della Carta costituzionale sia nell’articolo 138, uno dei meno complessi nel mondo democratico, e non nell’incapacità politica di provvedere a quel che è veramente urgente per far funzionare le istituzioni?

Pubblicato su 27 Luglio 2013 di Salvatore Micillo Pubblicato in Attività .

costituzione

Il Movimento Cinque Stelle è contrario a questo provvedimento di riforma costituzionale.

Riteniamo questa una scelta profondamente sbagliata e al tempo stesso pericolosa, perché come ha già avuto modo di dire l’insigne costituzionalista Alessandro Pace, quando il Parlamento deroga all’articolo 138 per procedere alla riforma costituzionale, è come se lo stesso Parlamento si auto collocasse al di fuori e al di sopra della Costituzione e questo non è assolutamente accettabile.

Essendo queste le premesse dalle quali partiamo è inevitabile che l’articolo 1 sia tra gli articoli di questo disegno di legge che suscita maggiormente il nostro dissenso, perché appunto istituisce quello che riteniamo lo strumento principale della deroga all’articolo 138, che è appunto il comitato bicamerale. In questo senso il Movimento 5 stelle ha presentato un emendamento interamente soppressivo dell’articolo, ed altri sugli aspetti dell’articolo che ci appaiono più critici.

Purtroppo le criticità che abbiamo riscontrato sono molteplici e a nostro avviso non riguardano solo la legge costituzionale, ma in alcuni casi vanno a cozzare contro principi e norme procedurali posti dai regolamenti delle due Camere.

Uno degli aspetti più fortemente negativi è quello di costituire un organo, quale è il comitato bicamerale appunto, che invece di essere una semplice commissione parlamentare alla quale pure vengono attribuite funzioni di rilievo, viene posto dalla legge in posizione gerarchica e funzionale che sembra quasi sovra ordinata alle rispettive assemblee di Camera e Senato.

Scongiureremo l’ipotesi, non residuale in questo caso, di trasformare una commissione bicamerale in una sorta di comitato di salute pubblica parlamentare, una setta ermeticamente chiusa a chi non ne fa parte e non facilmente accessibile ai circa 940 parlamentari che ne rimangono fuori.

In questo senso particolarmente negativi appaiono i commi 6 e 7 dell’articolo 1. Il comma 6 attribuisce un criterio di eccessiva rigidità alla composizione del comitato che da un lato è del tutto ingiustificato e irragionevole, e dall’altro non ha precedenti per quanto riguarda il normale funzionamento delle commissioni parlamentari.

Colleghi non so se ve ne siate resi conto e se, tanto meno, se ne sia reso conto il governo, ma con questa norma si potrebbero verificare una lunga serie di situazioni inaccettabili in se e per se, che lo divengono ancora di più nell’ottica della riforma costituzionale.

Primo esempio se un parlamentare dopo essere stato nominato componente del comitato decide di passare da un gruppo parlamentare ad un altro per ragioni politiche che nulla hanno a che vedere con le riforme costituzionali, si produce un danno irreparabile nei confronti del gruppo parlamentare che lo aveva indicato come rappresentante all’interno del comitato per le riforme. Quel gruppo vede menomata per sempre, e cioè fino al termine del processo di riforma costituzionale, e questo si configura come un’ingiustizia del tutto insensata.

L’altro aspetto critico è quello relativo al comma 7, colleghi. Il comma 7 prevede che i componenti del comitato che risultino assenti ai lavori delle rispettive aule perché impegnati nei lavori del comitato stesso non siano computati ai fini del numero legale.

Vorrei che fosse chiaro che la questione che stiamo ponendo non centra nulla con quella materiale relativa al fatto che i membri del comitato possano risultare in missione nelle rispettive aule. Il tema è un altro ed è eminentemente di principio, ovvero il principio che prevede che non ci possa essere sovrapposizione tra i lavori d’aula e quelli di un altro organo parlamentare. Principio espresso in maniera esplicita dal regolamento della Camera all’articolo 30 comma 5 il quale detta: Salvo autorizzazione espressa del presidente della Camera le commissioni non possono riunirsi nelle stesse ore nelle quali vi è seduta dell’assemblea. In relazione alle esigenze dei lavori di questa il Presidente della Camera può sempre revocare le convocazioni delle commissioni.

La proposta di legge va in senso opposto al principio di non sovrapposizione dei lavori. Questo oltre che una contravvenzione ai regolamenti parlamentari rischia di ledere anche un principio costituzionale attinente alle prerogative di deputati e senatori e al loro diritto-dovere di partecipare ai lavori, con votazioni o meno, delle rispettive assemblee. Anche in questo caso qual è il motivo che spinge a porsi in questa condizione? La risposta è che non ce n’è uno valido, ma siamo in presenza di una norma mal scritta e che come tale deve essere modificata.

Certamente è comprensibile che si voglia dare assoluta priorità al tema delle riforme, ma lo strumento più corretto non è certamente questo, ovvero rischiare di menomare le prerogative del singolo parlamentare, dei gruppi di appartenenza e della Camera e del Senato nel loro insieme, costringendole a lavorare con un numero di componenti inferiore a quello prescritto dalla costituzione.

Gli strumenti per procedere speditamente sono altri e consistono nel prevedere sedute del comitato nelle giornate di lunedì e venerdì, e/o al termine di ogni seduta pomeridiana delle rispettive assemblee. In alcuni casi potranno essere la Camera e il Senato a modellare i loro lavori sul calendario dei lavori del comitato, ma la strada non può e non deve essere quella che scaturirebbe dall’approvazione del comma 7.

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Avanti con le vostre proposte sul decreto Legge c.d “Eco-bonus”

Pubblicato su 27 Luglio 2013 di Salvatore Micillo Pubblicato in Attività .

ecobonus

Lunedì arriva in Aula il decreto-legge datato 4 giugno 2013, n.63, recante disposizioni urgenti per il recepimento della Direttiva 2010/31/UE del Parlamento europeo e del Consiglio del 19 maggio 2010, sulla prestazione energetica nell’edilizia per la definizione delle procedure d’infrazione avviate dalla Commissione europea, nonché altre disposizioni in materia di coesione sociale (Approvato dal Senato). (C. 1310).

Rinominato nel gergo parlamentare “Decreto Legge Eco-bonus”.

Entro le ore 9 di lunedì 29 luglio abbiamo la possibilità di abbinarvi degli emendamenti ovvero delle integrazioni, modifiche, aggiunte, correzioni al testo.

Nello spirito del Movimento Cinque Stelle che ama costruire mediante voi elettori e simpatizzanti Vi chiedo alla luce del testo che potrete leggere al link di seguito cosa aggiungereste.

Inviate il possibile emendamento a micillo_s@camera.it

http://www.camera.it/_dati/leg17/lavori/stampati/pdf/17PDL0006840.pdf

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Tag: ecobonus, seguito, senato, spirito, testo .

Il nostro “costruzionismo” ha funzionato ! L’articolo 138 della Costituzione è salvo (per il momento…)

Pubblicato su 27 Luglio 2013 di Salvatore Micillo Pubblicato in Attività .

articolo 138

Abbiamo ottenuto il rinvio delle votazioni sulla Legge Costituzionale. Il 7 e 8 settembre tenetevi liberi. Vinciamo noi. L’ostruzionismo ha funzionato.

L’art 138 prevede che il Parlamento si esprima su una legge costituzionale con due votazioni (due per il Senato e due per la Camera in maniera incrociata). Per la prima votazione non è richiesta alcuna maggioranza qualificata e, perciò, la legge costituzionale o di revisione costituzionale può essere approvata anche a maggioranza semplice. Nella seconda votazione è richiesta la maggioranza assoluta o la maggioranza dei 2/3 dei componenti. Nel secondo caso – a differenza che nel primo – non è possibile dar corso al procedimento referendario di tipo confermativo.

Si tratta di un procedimento aggravato che garantisce la rigidità della carta costituzionale. I “padri” della Costituzione non hanno lasciato al caso procedimenti e disposizioni.

Restiamo convinti che la riforma dell’art. 138 della Costituzione debba essere rimandata a settembre con i tempi di riflessione e di approfondimento adeguati.

Il collega M5S Riccardo Fraccaro ha già chiesto alla Presidente della Camera di convocare la Giunta del Regolamento riguardo l’anticipazione dei tempi di esame del ddl costituzionale sul “comitato dei 42” in commissione Affari Costituzionali.

Le oltre 50 ore di aula per difendere la Costituzione hanno dato i frutti sperati.

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Tag: 138, articolo, aula, camera, componenti, costituzione, fraccaro, maggioranza, qualificata, richiesta, seduta, senato, settembre, votazione .

E’ di 56,3 milioni di euro il rimborso elettorale ai partiti, la “rata” 2013 resa nota oggi

Pubblicato su 25 Luglio 2013 di Salvatore Micillo Pubblicato in Attività .

rimborsi partiti

Centrodestra o sinistra, attorno alla torta la reazione è uguale per tutti: ciascuno prende la sua fetta. Tutti tranne noi del Movimento Cinque Stelle!

L’Ufficio di presidenza della Camera, con il voto contrario dei 3 componenti M5S ha deliberato il piano di ripartizione dei contributi pubblici ai partiti e ai movimenti politici per il 2013. Si tratta in totale di 56,3 milioni di euro. I soldi stanziati fanno riferimento alle elezioni per la Camera, per il Parlamento europeo e per le Regionali.

L’Ufficio di presidenza ha stabilito che di questi 56,3 milioni saranno 48,6 i milioni ai movimenti e ai partiti rappresentati a Montecitorio. La somma sarà così ripartita:
Al Popolo della libertà andranno 18.6 milioni di euro, al Partito democratico 18 milioni, alla Lega Nord 5,4 milioni, Udc 3,1 milioni, Scelta civica 1,3 milioni, Sel 1,1 milioni, Fratelli d’Italia 442 mila euro. I tre componenti dell’Ufficio di presidenza che hanno votato contro l’ok al piano di ripartizione sono Luigi di Maio, Claudia Mannino e Riccardo Fraccaro.

Il Movimento 5 stelle nemmeno ha presentato la domanda per ottenere i contributi e i rimborsi per le spese elettorali e non incasserà i 4,2 milioni. La nostra parte sarà restituita allo Stato. Magari con un “Restitution Day 2”.

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Delocalizzazioni, è così che l’Italia va a pezzi, collaborate con noi per dare vita alla “road map”

Pubblicato su 25 Luglio 2013 di Salvatore Micillo Pubblicato in Attività .

delocalizzazioni

#‎Delocalizzazioni‬, chiusure di aziende, cassa integrazione. Segnalateci il caso che riguarda il vostro territorio attraverso un video di 50 secondi. Ne parleremo durante ‪#‎5giornia5stelle‬

Questo fenomeno ha messo in ginocchio il Paese ed occorre una mano ferma per arginare l’onda. L’ultimo in ordine di arrivo riguarda l’Indesit, che ha confermato gli esuberi e la volontà di delocalizzare.

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Difendiamo la Costituzione, per noi l’opposizione è “costruzionismo” e per troppi anni quest’Aula aveva dimenticato cosa significasse

Pubblicato su 25 Luglio 2013 di Salvatore Micillo Pubblicato in Attività .

defiscalizzazioni

E’ il Governo a fare ostruzionismo respingendo i nostri emendamenti, chiedendo la fiducia a tutto il “blocco” piuttosto che ridiscuterlo con noi in uno spirito di collaborazione dal quale il Paese trarrebbe enormi benefici. O così o nulla. Questo l’imperativo di Enrico Letta. Ma noi non ci arrendiamo e continuiamo in Aula nell’esposizione dei nostri ordini del giorno.

Con un colpo nascosto di mano vogliono modificare l’art.138 della Costituzione, pietra miliare della “Carta” giudicata “la più bella del mondo” dallo stesso Roberto Benigni, che non mi pare sia vicino al centro destra. . .anzi…

Dalla notte del 25 luglio 2013 diamo battaglia ininterrottamente in Aula alla Camera per evitare la modifica dell’articolo 138 della Costituzione, la parte della costituzione che stabilisce come modificare la costituzione stessa. La nostra contestazione riguarda la repentinità con cui si vuole modificare un capitolo importante della costituzione entro l’ estate. La logica ed il buon senso vorrebbero che si spostasse a settembre tale punto e con un percorso idoneo di confronto e discussione. Invece no, fa comodo farlo ora, in estate, quando la gente è in vacanza e gli intellettuali che potrebbero unirsi al grido di indognazione sono a riposo.

Ci vogliono tutti distratti mentre portano a compimento i propri “disegni”.

Più si allunga la discussione, più è alta la probabilità che il ddl costituzionale ritardi la dicussione. Non si può modificare la Carta Costituzionale in piena estate con 1 ora di discussione in commissione, toccando una delle parti immodificabili, proprio l’art. 138!

No alla modifica all’art.138!

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Tag: aula, camera, costruzionismo, enrico, giorno, governo, letta, ordini, ostruzionismo, spirito .
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