Salvatore Micillo
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Archivi mensili: Marzo 2014

Ministro Galletti, adotti il piano alternativo! #noinceneritore. Gli attivisti hanno consegnato il progetto Cristoforoni

Pubblicato su 28 Marzo 2014 di Salvatore Micillo Pubblicato in Attività .

Da ieri il piano alternativo all’inceneritore è nelle mani del neo ministro all’Ambiente Gianluca Galletti, come dimostra la foto scattata al momento della consegna. Il reggente il dicastero che è stato fino a poco tempo fa di Andrea Orlando non potrà dire : non l’ho ricevuto, non lo conosco.

L’arrivo del membro dell’Esecutivo di Renzi era atteso fin dal mattino presto dagli attivisti del M5S che non volevano limitarsi solamente a portare il proprio malcontento al falso termovalorizzatore, ma passare direttamente al concreto, fornire l’alternativa all’incenerimento delle ecoballe.
Tuttavia, nonostante la presenza pacifica, i rappresentanti del Movimento Cinque Stelle sono stati gli unici ieri mattina a rimanere fuori dai cancelli di Taverna del re. 
Una premessa non proprio felice per la prima visita di Galletti sul territorio.

Il Ministro, o chi per esso, ha negato tale accesso e quindi la semplice consegna del progetto “il Distretto del riciclo” a firma dell’Arch. Pino Cristoforoni. Dopo i primi attimi di sconforto unitamente al comprensibile senso di impotenza davanti ad una tale discriminazione e dopo aver denunciato i fatti alla stampa presente, il gruppo non si è arreso e si è recato alla successiva tappa, la chiesa di Caivano.
Ed anche lì purtroppo, dopo aver atteso educatamente non è stata concessa loro la parola ma, tuttavia, qualche ora la “missione” è stata portata a termine.
Tale consegna assume un’importanza rilevante se si pensa che la prossima settimana, in Commissione Ambiente alla Camera, si discuterà con il neo Ministro proprio della sua visita in questi luoghi.
Ad ogni cambio di testimone al Ministero dell’Ambiente occorre ricominciare daccapo sulla proposta di analisi del contenuto delle balle, spacchettamento delle stesse, separazione, recupero e riciclo delle frazioni individuate e trattamento termico senza combustione per i residui non riciclabili. Un “pacchetto” di proposte già sottoposto al precedente Ministro Orlando, al comm. Carotenuto preposto alla costruzione dell’inceneritore, all’assessore regionale Romano e al Presidente Caldoro.

Il comunicato stampa odierno del Movimento Giugliano

Ieri, mentre io facevo appello al Ministro dell’Ambiente affinchè adottasse il piano del “Distretto del Riciclo”, seguivo costantemente dall’Aula le ansie ed i timori degli attivisti che si trovavano davanti ai cancelli di Taverna del re. So cosa hanno provato, è la sensazione che mi ha accompagnato per anni prima di entrare in Parlamento. Siete stati grandissimi! C’è stata una sinergia che solo le grandi battaglie legano tra chi porta avanti questi ideali. Continuiamo così!

 Galletti Micillo

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Tag: galletti, giugliano, ministro, progetto, sinergia .

Ministro Galletti a Taverna del re: chiediamo alternativa all’inceneritore!

Pubblicato su 27 Marzo 2014 di Salvatore Micillo Pubblicato in Attività .

Il “nuovo” ministro dell’ambiente Gianluca Galletti ha visitato stamani il sito di “eco”balle di Taverna del re. Al suo predecessore Orlando, ai vari assessori regionali e al presidente Caldoro abbiamo presentato il #pianoalternativo per lo smaltimento di questi rifiuti. Nella prossima settimana , in commissione ambiente, potremmo ascoltarlo e magari potrà rispondere sulla questione.
Il mio ringraziamento va agli attivisti che da stamattina cercano di consegnare al Ministro la documentazione del progetto. Il mio aiuto alla causa, l’ho dato dall’Aula della Camera, dicendo questo:

“Siamo informati che in questo momento il Ministro dell’ambiente Galletti sta visitando il deposito di ecoballe di Taverna del Re, nel giuglianese. Noi, al Ministro precedente, Orlando, ai vari assessori regionali e al presidente della regione Campania, Caldoro, abbiamo consegnato il nostro piano alternativo per far smaltire quelle ecoballe, che va in forte contrasto con la proposta dell’inceneritore. Noi idealmente consegneremo, anche attraverso i cittadini che in questo momento sono sul territorio, quel distretto del riciclo che vorremmo portare all’attenzione nazionale per non far costruire un inceneritore su quel territorio, che è già devastato da tantissime discariche.”

Cambiano le “poltrone” ma noi non cambieremo opinione sull’inceneritore, che non dev’essere fatto, ci sono le alternative e vogliamo che siano prese in considerazione, alcune le abbiamo fornite direttamente noi in prima persona ai vari interlocutori, regionali e nazionali. La scorsa domenica ho fatto l’esempio del “cavalluccio rosso” del famoso film di Luciano De Crescenzo. Ripetiamo sempre le stesse cose…ma noi non ci stanchiamo!

distretto del riciclo

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Tag: attivisti, aula, camera, ecoballe, galletti, ministro, progetto, re, rifiuti, ringraziamento, taverna .

Metti una domenica con noi a Giugliano insieme a Luigi Di Maio e Sergio Puglia

Pubblicato su 24 Marzo 2014 di Salvatore Micillo Pubblicato in Attività .

L’entusiasmo a 5 stelle di tantissimi cittadini ha sfidato domenica (23 marzo) la pioggia battente. Invece di disperdersi, tornare alle proprie case, salutarsi e rinviare l’incontro, hanno resistito tutti, ombrelli aperti, soprabiti bagnati, ma sempre lì ad ascoltarci. E’ successo addirittura che le persone, per ripararsi, si sono strette le une sulle altre, ammassandosi fino a diventare un blocco compatto rivolto a noi tre: io, Luigi Di Maio e Sergio Puglia.

Erano stati predisposti perfino dei teloni per coprirci in piazza Gramsci, ma una volta cominciati gli interventi si è proseguito senza interruzioni. La voglia di ascoltare le “ultime” da Roma faceva dimenticare ai presenti di essere con gli abiti umidi. La “magia” del sentirsi “comunità”. Sono questi momenti che ci ricaricano per l’impegno di ogni giorno in Parlamento. Non bastano le parole per trasmettervi l’emozione che ci date, partecipando in modo così forte e convinto, sfidando persino le intermperie.

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Abbiamo atteso Luigi Di Maio di ritorno da Mira in provincia di Venezia dove c’è un sindaco del M5S. Il “nostro vicepresidente” della Camera al solito ha saputo raccontare ai giuglianesi le nostre iniziative parlamentari ma soprattutto le “vittorie” che abbiamo conquistato sul campo, segnando tra l’altro un rientro economico non indifferente per le casse dello Stato. Del resto, sono queste le notizie buone che vi aspettate da noi e noi, non vi deluderemo. La politica tradizionale si concentra sulla stagione delle nomine in seno ai diversi Cda di partecipate statali, noi ci stiamo impegnando piuttosto perché l’Italia esca davvero dalla crisi. E, quale modo migliore per farlo se non puntare sulle Pmi? “Se salvi l’impresa salvi gli operai – ha detto Luigi – se salvi l’imprenditore onesto salvi gli operai, ma non sempre nel passato è stato questo il criterio. Si salvavano gli imprenditori ma non gli operai. Un dato drammatico se pensiamo al 42% di disoccupazione, 61% il picco che raggiungono i nostri territori (campani) e vi è poi il 13% di disoccupazione totale. Noi abbiamo due colleghi Davide Crippa e Mattia Fantinati che sono in Commissione Attività Produttive della Camera ed hanno fatto approvare due proposte importanti per far ripartire l’economia italiana. Non sono grandi economisti o professori universitari ma persone di buon senso che si sono dette: se le imprese attendono di essere pagate dallo Stato, non possono pagare le tasse allo Stato senza avere i soldi,  dunque devono ricevere la sospensione della cartella Equitalia. Oggi questa proposta, grazie a noi è legge! Grazie al Movimento Cinque Stelle le aziende che prendevano i contributi e poi delocalizzavano, oggi devono restituirli, obbligatoriamente. Non è possibile che aziende che sfruttavano i fondi, in una notte sola trasferissero i macchinari altrove ed alla mattina gli operai trovavano l’azienda svuotata. Credetemi, è successo. E che dire poi, signori, dell’emendamento Fraccaro? La Camera corrispondeva 444 milioni di euro per tre palazzi (Marini) che ne valgono tre e per dirlo non occorre chiamare un bocconiano. Quando lo abbiamo scoperto ci siamo adoperati per la rescissione dei contratti, che erano stati firmati da un certo Violante. Uno spreco inutile a cui abbiamo messo fine. Ora sarà possibile finalmente rescindere da questi contratti con un risparmio enorme per gli italiani. Inoltre, grazie a questo emendamento Fraccaro tutti gli enti pubblici possono rescindere l’impegno dai contratti onerosi. Tra non molto convocherò tutti i meet up d’Italia consegneremo dei moduli che a loro volta daranno ai propri sindaci perché provvedano a sciogliere nei loro comuni questi contratti”.

Sergio Puglia (nostro portavoce al Senato) si è soffermato sul caro Rc Auto per il quale si sta impegnando con associazioni e cittadini per ridurre drasticamente l’onere economico. Ebbene, aveva presentato un emendamento che è stato clamorosamente bocciato dalla maggioranza. Un emendamento che avrebbe permesso a tante famiglie di rientrare con le proprie spese risparmiando sulla polizza assicurativa. “Si perdono nelle cuciture!” ha detto in napoletano Sergio che ha strappato una risata ma al tempo fatto indignare, raccontando pure della presenza dei lobbisti che inizialmente si pensava fossero dei collaboratori parlamentari vista la facilità con cui entravano ed uscivano dal palazzo Madama. Ed invece no, erano là per fare pressione sui partiti politici. Incredibile vero? Purtroppo, è triste realtà.  “Il politico dovrebbe essere colui che fa il bene comune, loro invece sono dei pigia bottoni! E’ normale che poi boccino cose importanti” ha spiegato.

Io ho ricordato quando facevamo da scudo affinché altri camion non venissero a scaricare sui nostri territori. Allora eravamo cittadini che difendevano il proprio luogo. Oggi siamo in Parlamento e chiediamo incontri e bussiamo alle porte dei ministeri . Non è possibile però che la politica raggiunga il suo fallimento delegando ai commissari ed ogni volta c’è un commissario specifico. Ogni volta non riesco a parlare col presidente della Regione ed ogni volta mi indicano un commissario ad hoc. Al quale occorre ripetere dove siamo, da dove veniamo, dove abitiamo e cosa è successo in 20 anni su questo territorio. L’ultimo mi ha detto “ma io fra tre mesi vado via”. Ed io che faccio poi? Dopo 3 mesi vado da un altro e ricomincio? Ho portato l’esempio del cavalluccio rosso di De Crescenzo, passa uno e si ricomincia col racconto…L’unica cosa che hanno saputo fare: discariche ed inceneritori. Fra i presenti una persona grida che ci sono stati gli arresti a Chiaiano… “Sicuro diranno che non sanno nulla!” Gli rispondo!

Giustamente mi domandate: “Ma con quelle eco balle di Taverna del Re che dobbiamo fare?”. Quelle eco balle vanno aperte, analizzate, studiate. Non vanno incenerite perché sarebbe un genocidio annunciato. Occorrono carotaggi! Abbiamo presentato un piano alternativo, consegnandolo ad assessori e ministri ogni volta diversi. C’è sempre un’alternativa e purtroppo ci scontriamo ogni volta con le lobbies. Sergio parlava delle lobbies delle Rc Auto,  qui siamo con le lobbies di discariche ed inceneritori. Ma la parte più scura di Giugliano va fatta rinascere. Innalziamo la raccolta differenziata, apriamo i siti di compostaggio. Non demordiamo. Mi è piaciuto di ricordare in chiusura d’intervento l’esempio del piccolo colibrì, che quando i grandi della giungla davanti all’incendio correvano via lui restava e goccia a goccia portava acqua per spegnere l’incendio. Chi è il colibrì? Tutti noi.

Al prossimo incontro e … col sole più caldo che c’è ….      

giugliano

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Tag: carotaggi, chiaiano, colibrì, compostaggi, discariche, genocidio, giugliano, giungla, goccia, incendio, inceneritori, ministri, mira, pioggia, rc auto, venezia .

Il 22 marzo a Latina ricorderemo le vittime delle mafie, vittime dei nostri silenzi e della nostra omertà (intervento + video)

Pubblicato su 20 Marzo 2014 di Salvatore Micillo Pubblicato in Attività .

La XIX Giornata della Memoria e dell’Impegno per le vittime della criminalità si terrà quest’anno a Latina. Vi parteciperò, portando nel cuore i nomi ed i volti di coloro che, per agguati o scambi di persona, hanno perso la vita. Conducevano una vita retta ed onesta fino a quando non hanno incrociato quei proiettili che hanno spezzato sogni e legami.

Oggi, in Aula, ho ricordato le vittime delle mafie, vittime dei nostri silenzi, della nostra omertà.

Non deve accadere mai più #tuttialatina

 

“Alberto Vallefuoco
Gianluca Cimminiello
Dario Scherillo
Simonetta Lamberti
Marcello Torre
Giancarlo Siani
Don Peppe Diana
Mena Morlando
Antonio Landieri
Gaetano Montanino
Palma Scamardella
Gigi Sequino e Paolo Castaldi
Attilio Romanò
Teresa Buonocore
Giuseppe Veropalumbo
Paolino Avella
Daniele Del Core

Nomi che scavano nelle nostre memorie, colpiscono le nostre coscienze esattamente come i proiettili che hanno spezzato le loro vite. Le loro vite di uomini, le loro vite di madri, le loro vite di bambini, le loro vite innocenti.

Sì, queste persone sono solo alcune, solo poche, del lunghissimo elenco di vittime innocenti di criminalità. Più di 900 vite spezzate per aver avuto il coraggio di denunciare, di non essere sopraffatti dal malaffare, o il coraggio di fare il proprio mestiere e, ancora, semplicemente il coraggio di condurre la propria vita e trovarsi coinvolti in agguati o scambi di persona.

Il 21 marzo, nella giornata dedicata alla Memoria e all’impegno per le vittime innocenti di criminalità, ricorderemo tutti loro a Latina. Vittime delle mafie, ma vittime di tutti noi: della nostra omertà e del nostro silenzio”.

il programma e come raggiungerci

 

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Tag: aula, Giornata, intervento, Latina, mafia, memoria, sogni, vittime .

Possibile apertura nuove discariche a Chiaiano e Giugliano. Colloquio col commissario Ruberto

Pubblicato su 17 Marzo 2014 di Salvatore Micillo Pubblicato in Attività .

Come annunciato nei giorni scorsi, questa mattina abbiamo avuto la possibilità di incontrare il Viceprefetto Raffaele Ruberto, Commissario Straordinario alle discariche, che segue l’iter che potrebbe portare all’apertura di due nuove discariche nei comuni di Napoli: Chiaiano e Giugliano.

Nel corso del lungo colloquio abbiamo avuto modo di testimoniare al commissario Ruberto le perplessità e i forti timori che in questi giorni la cittadinanza manifesta di fronte allo spettro dell’ennesima aggressione ai danni di un territorio, già sofferente per scelte passate. Abbiamo avuto modo di illustrare le criticità degli invasi individuati come possibili recapiti di quella che dovrebbe essere la cosiddetta FUT (Frazione Umida Tritivagliata) biostabilizzata, identificata con codice CER 19.05.03 (compost fuori specifica). Criticità che sono riconducibili in entrambi i casi all’attuale presenza di rifiuti di natura non definita e che, come tali, richiederebbero la bonifica delle aree in esame, prima di destinarle a qualsiasi tipo di intervento. Criticità che, a quanto pare, non erano per nulla note al commissario Ruberto che ci ha detto a chiare lettere di non esserne a conoscenza.

Abbiamo inoltre avuto modo di fare chiarezza sull’iter tecnico che accompagnerebbe la nascita di nuove discariche, in merito alle quali, Ruberto ha precisato che le conferenze di servizi, che si terranno ad aprile (secondo una pratica inusuale), avranno come oggetto la progettazione preliminare degli invasi. Scelta giustificata con l’intenzione di valutare tutti i possibili elementi che potrebbero rappresentare dirimenti nella scelta di non dare il via alla gara di progettazione, come quello riguardante la qualità del materiale da conferire negli invasi che attualmente viene prodotto in via sperimentale solo nell’impianto Stir di Battipaglia. Su questo punto, infatti, il commissario Ruberto ha dichiarato che, senza la garanzia di un biostabilizzato dalle caratteristiche del modello di Battipaglia, nessuna gara verrà avviata. Posizione che pone non pochi interrogativi soprattutto vista la produzione dei restanti Stir presenti in Campania che non risponde a quelle caratteristiche e che potrebbe essere oggetto di deroghe nella fase commissariale post Ruberto, destinato a lasciare l’incarico (per scadenza naturale) il prossimo 25 luglio. Per ottenere maggiori garanzie volte a scongiurare la possibilità che le nuove discariche vedano la luce abbiamo spinto per la possibilità con nostri tecnici ed esperti di essere presenti alle ispezioni, che il commissario ha detto di non avere ancora effettuato, dando infine, la possibilità ad associazioni e comitati riconosciuti di inviare osservazioni di carattere tecnico-scientifico a mezzo posta agli uffici del Provveditorato alle OO PP, da valutare all’atto delle conferenze dei servizi.

Resta fermo il nostro impegno a seguire tutte le possibili strade volte a scongiurare l’apertura di nuove discariche e a dare attuazione ad una strategia, peraltro prevista anche nel Piano Regionale Rifiuti della Campania, che porti l’umido opportunamente separato verso gli impianti di compostaggio e non a riversarlo nelle cave appellandosi continuamente al problema del trasporto fuori regione.

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Gioco dei numeri sui terreni inquinati della Terra dei Fuochi

Pubblicato su 17 Marzo 2014 di Salvatore Micillo Pubblicato in Ambiente .

blog_salvioSe qualcuno aveva ancora dei dubbi sul perché abbiamo votato contro la conversione in legge del decreto sulle emergenze ambientali dell’ILVA e della cosiddetta Terra dei Fuochi, sarebbe bastato leggere le poche pagine del rapporto sulle mappature dei terreni campani interessati dal fenomeno dell’inquinamento ambientale presentato in conferenza stampa a Palazzo Chigi pochi giorni fa per fugarli subito e capire che il nostro era un voto, non contro il territorio, ma contro l’ennesima manovra approssimativa di gente che su quel territorio continua a speculare senza dare risposte serie.

Scorrendo le pagine del rapporto diffuso in conferenza stampa, infatti, la prima curiosità emerge nel leggere che le indagini realizzate da un gruppo di lavoro comprendente, tra gli altri, Ispra, Arpa Campania, Regione Campania e Università di Napoli, in collaborazione con enti del calibro del Commissario di Governo, Procura della Repubblica di Napoli e Carabinieri del NOE di Napoli e Caserta, solo per citarne alcuni, sarebbero frutto di una raccolta di dati già in possesso degli enti coinvolti nei lavori (e qui torna il perché dell’assenza di Casal di Principe).

Dati quindi che fino ad oggi erano chiusi nei cassetti di questi enti e che hanno potuto vedere la luce solo per effetto delle proteste del territorio campano che poi hanno spinto a produrre azioni legislative come il decreto suddetto. Praticamente, per chi si ricorda le battaglie per ottenere la pubblicazione di studi come Sebiorec e Sentieri, è la storia che si ripete.

Spulciando un po’ i numeri invece si legge che dei 1076 chilometri quadrati di terreni mappati relativi ai 57 Comuni individuati come prioritari dalla Direttiva Ministeriale del 23 dicembre 2013, le aree sospette sarebbero riconducibili a 51 siti (mediamente 0,9 siti per Comune) per una superficie complessiva pari a 21,5 chilometri quadrati di cui 9,2 chilometri quadrati destinati all’agricoltura. Su 1076 chilometri quadrati quindi, solo 2% del territorio indagato sarebbe da ritenere sospetto mentre per il restante 98% non ci sarebbero elementi per definirlo a rischio.

Da cittadino di quel territorio quindi ci sarebbero tutte le ragioni per stare tranquillo e passare, come suggerito da Caldoro sbandierando questi risultati in conferenza stampa, dall’emotività alla razionalità confidando nel fatto che tutto sommato si tratta di un problema circoscritto e facilmente controllabile. Poi però, facendo due conti ci si accorge che i 1076 chilometri quadrati richiamati come mappati nel rapporto coincidono esattamente con l’estensione complessiva  dei 57 comuni elencati nello stesso documento. Parliamo quindi di una superficie che comprende anche le aree edificate di questi Comuni. Aree edificate che in alcuni casi sono talmente estese da aver quasi cancellato le porzioni di terreno ancora oggetto di coltivazioni.

Basterebbe questa sola considerazione per comprendere quanto quel 2% sia un dato che non si può in alcun modo ritenere attendibile, e di quanto questa storia sia un tragicomico tentativo di campagna elettorale per le prossime elezioni.

Nel frattempo aspettiamo le indagini, quelle vere. I numeri al lotto li lasciamo a chi tenta la fortuna.

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Tag: Agricoltura, Bonifiche, campania, no food, Terra dei fuochi .

Il testo dei “delitti contro l’ambiente”, testo che arriverà al Senato. Aspettiamo vostri suggerimenti per migliorarla.

Pubblicato su 4 Marzo 2014 di Salvatore Micillo Pubblicato in Attività .

Il testo dei “delitti contro l’ambiente”, testo che arriverà al Senato. Aspettiamo vostri suggerimenti per migliorarla.

Approvata alla Camera dei deputati, adesso il testo verrà vagliato al Senato, quindi chiediamo a tutti Voi di farci pervenire le vostre perplessità e di inviarci le vostre modifiche che ritenete possano migliorare il testo.

Inviateci le vostre segnalazioni a micillo_s@camera.it

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Disposizioni in materia di delitti contro l’ambiente

DISEGNO DI LEGGE

Art. 1.

1. Dopo il titolo VI del libro secondo del codice penale è inserito il seguente:

«TITOLO VI-bis

DEI DELITTI CONTRO L’AMBIENTE

Art. 452-bis. – (Inquinamento ambientale). — È punito con la reclusione da due a sei anni e con la multa da euro 10.000 a euro 100.000 chiunque, in violazione di disposizioni legislative, regolamentari o amministrative, specificamente poste a tutela dell’ambiente e la cui inosservanza costituisce di per sè illecito amministrativo o penale, cagiona una compromissione o un deterioramento rilevante:

1) dello stato del suolo, del sottosuolo, delle acque o dell’aria;

2) dell’ecosistema, della biodiversità, anche agraria, della flora o della fauna selvatica.

Quando l’inquinamento è prodotto in un’area naturale protetta o sottoposta a vincolo paesaggistico, ambientale, storico, artistico, architettonico o archeologico, ovvero in danno di specie animali o vegetali protette, la pena è aumentata.

Art. 452-ter. – (Disastro ambientale). — Chiunque, in violazione di disposizioni legislative, regolamentari o amministrative, specificamente poste a tutela dell’ambiente e la cui inosservanza costituisce di per sè illecito amministrativo o penale, o comunque abusivamente, cagiona un disastro ambientale è punito con la reclusione da cinque a quindici anni.

Costituisce disastro ambientale l’alterazione irreversibile dell’equilibrio dell’ecosistema o l’alterazione la cui eliminazione risulti particolarmente onerosa e conseguibile solo con provvedimenti eccezionali, ovvero l’offesa alla pubblica incolumità in ragione della rilevanza oggettiva del fatto per l’estensione della compromissione ovvero per il numero delle persone offese o esposte a pericolo.

Quando il disastro è prodotto in un’area naturale protetta o sottoposta a vincolo paesaggistico, ambientale, storico, artistico, architettonico o archeologico, ovvero in danno di specie animali o vegetali protette, la pena è aumentata.

Art. 452-quater. – (Delitti colposi contro l’ambiente). — Se taluno dei fatti di cui agli articoli 452-bis e 452-ter è commesso per colpa, le pene previste dai medesimi articoli sono diminuite da un terzo alla metà.

Art. 452-quinquies. – (Traffico e abbandono di materiale ad alta radioattività). — Salvo che il fatto costituisca più grave reato, è punito con la reclusione da due a sei anni e con la multa da euro 10.000 a euro 50.000 chiunque, abusivamente o comunque in violazione di disposizioni legislative, regolamentari o amministrative, cede, acquista, riceve, trasporta, importa, esporta, procura ad altri, detiene o trasferisce materiale ad alta radioattività. Alla stessa pena soggiace il detentore che abbandona materiale ad alta radioattività o che se ne disfa illegittimamente.

La pena di cui al primo comma è aumentata se dal fatto deriva il pericolo di compromissione o deterioramento:

1) della qualità del suolo, del sottosuolo, delle acque o dell’aria;

2) dell’ecosistema, della biodiversità, della flora o della fauna selvatica.

Se dal fatto deriva pericolo per la vita o per l’incolumità delle persone, la pena è aumentata fino alla metà.

Art. 452-sexies. – (Impedimento del controllo). — Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque, negando l’accesso, predisponendo ostacoli o mutando artificiosamente lo stato dei luoghi, impedisce, intralcia o elude l’attività di vigilanza e controllo ambientali, ovvero ne compromette gli esiti, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni.

Art. 452-septies. – (Circostanze aggravanti). — Quando l’associazione di cui all’articolo 416 è diretta, in via esclusiva o concorrente, allo scopo di commettere taluno dei delitti previsti dal presente titolo, le pene previste dal medesimo articolo 416 sono aumentate.

Quando l’associazione di cui all’articolo 416-bis è finalizzata a commettere taluno dei delitti previsti dal presente titolo ovvero all’acquisizione della gestione o comunque del controllo di attività economiche, di concessioni, di autorizzazioni, di appalti o di servizi pubblici in materia ambientale, le pene previste dal medesimo articolo 416-bis sono aumentate.

Le pene di cui ai commi primo e secondo sono aumentate da un terzo alla metà se dell’associazione fanno parte pubblici ufficiali o incaricati di un pubblico servizio che esercitano funzioni o svolgono servizi in materia ambientale.

Art. 452-octies. – (Ravvedimento operoso). — Le pene previste per i delitti di cui al presente titolo, per il delitto di associazione per delinquere di cui all’articolo 416 aggravato ai sensi dell’articolo 452-septies, nonchè per il delitto di cui all’articolo 260 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e successive modificazioni, sono diminuite dalla metà a due terzi nei confronti di colui che si adopera per evitare che l’attività delittuosa venga portata a conseguenze ulteriori, ovvero aiuta concretamente l’autorità di polizia o l’autorità giudiziaria nella ricostruzione del fatto, nell’individuazione degli autori o nella sottrazione di risorse rilevanti per la commissione dei delitti, ovvero provvede alla messa in sicurezza, alla bonifica e, ove possibile, al ripristino dello stato dei luoghi.

Ove il giudice, su richiesta dell’imputato, disponga la sospensione del procedimento per un tempo congruo, comunque non superiore a un anno, a consentire di completare le attività di cui al primo comma, il corso della prescrizione è sospeso.

Art. 452-novies. – (Confisca). — Nel caso di condanna o di applicazione della pena su richiesta delle parti, a norma dell’articolo 444 del codice di procedura penale, per i delitti previsti dagli articoli 452-bis, 452-ter, 452-quinquies, 452-sexies e 452-septies del presente codice, è sempre ordinata la confisca delle cose che costituiscono il prodotto o il profitto del reato o che servirono a commettere il reato.

Quando, a seguito di condanna per uno dei delitti previsti dal presente titolo, sia stata disposta la confisca di beni ed essa non sia possibile, il giudice individua beni di valore equivalente di cui il condannato abbia anche indirettamente o per interposta persona la disponibilità e ne ordina la confisca.

Art. 452-decies. – (Ripristino dello stato dei luoghi). — Quando pronuncia sentenza di condanna ovvero di applicazione della pena su richiesta delle parti a norma dell’articolo 444 del codice di procedura penale per taluno dei delitti previsti dal presente titolo, il giudice ordina il recupero e, ove tecnicamente possibile, il ripristino dello stato dei luoghi, ponendone l’esecuzione a carico del condannato e dei soggetti di cui all’articolo 197 del presente codice».

2. All’articolo 260 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, è aggiunto, in fine, il seguente comma:

«4-bis. È sempre ordinata la confisca delle cose che servirono a commettere il reato o che costituiscono il prodotto o il profitto del reato. Quando essa non sia possibile, il giudice individua beni di valore equivalente di cui il condannato abbia anche indirettamente o per interposta persona la disponibilità e ne ordina la confisca».

3. All’articolo 12-sexies, comma 1, del decreto-legge 8 giugno 1992, n. 306, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 1992, n. 356, e successive modificazioni, dopo la parola: «416-bis,» sono inserite le seguenti: «452-ter, 452-septies, primo comma,» e dopo le parole: «dalla legge 7 agosto 1992, n. 356,» sono inserite le seguenti: «o dall’articolo 260 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e successive modificazioni,».

4. All’articolo 32-quater del codice penale, dopo la parola: «437,» sono inserite le seguenti: «452-bis, 452-ter, 452-quinquies».

5. All’articolo 157, sesto comma, secondo periodo, del codice penale, dopo le parole: «sono altresì raddoppiati» sono inserite le seguenti: «per i delitti di cui al titolo VI-bis del libro secondo,».

6. Dopo l’articolo 118-bis delle norme di attuazione, di coordinamento e transitorie del codice di procedura penale, di cui al decreto legislativo 28 luglio 1989, n. 271, è inserito il seguente:

«Art. 118-ter. – (Coordinamento delle indagini in caso di delitti contro l’ambiente) — 1. Il procuratore della Repubblica, quando procede a indagini per i delitti di cui agli articoli 452-bis, 452-ter e 452-quinquies del codice penale e 260 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e successive modificazioni, ne dà notizia al procuratore nazionale antimafia».

7. All’articolo 25-undecies del decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231, sono apportate le seguenti modificazioni:

a)al comma 1, le lettere a) e b) sono sostituite dalle seguenti:

«a) per la violazione dell’articolo 452-bis, la sanzione pecuniaria da duecentocinquanta a seicento quote;

b) per la violazione dell’articolo 452-ter, la sanzione pecuniaria da quattrocento a ottocento quote;

c) per i delitti associativi aggravati ai sensi dell’articolo 452-septies, la sanzione pecuniaria da trecento a mille quote;

d) per il delitto di traffico e abbandono di materiale ad alta radioattività ai sensi dell’articolo 452-quinquies, la sanzione pecuniaria da duecentocinquanta a seicento quote;

e) per la violazione dell’articolo 727-bis, la sanzione pecuniaria fino a duecentocinquanta quote;

f) per la violazione dell’articolo 733-bis, la sanzione pecuniaria da centocinquanta a duecentocinquanta quote»;

b)dopo il comma 1 sono inseriti i seguenti:

«1-bis. Nei casi di condanna per i delitti indicati al comma 1, lettere a) e b), del presente articolo, si applicano, oltre alle sanzioni pecuniarie ivi previste, le sanzioni interdittive previste dall’articolo 9, per un periodo non superiore a un anno per il delitto di cui alla citata lettera a).

1-ter. Nei casi di condanna per i delitti di cui all’articolo 452-quater del codice penale, le sanzioni pecuniarie e interdittive previste dal comma 1-bis sono ridotte di un terzo».

8. Dopo la parte sesta del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e successive modificazioni, è aggiunta la seguente:

«PARTE SETTIMA

DISCIPLINA SANZIONATORIA DEGLI ILLECITI AMMINISTRATIVI E PENALI IN MATERIA DI TUTELA AMBIENTALE

Art. 318-bis. – (Ambito di applicazione). — 1. Le disposizioni della presente parte si applicano alle ipotesi contravvenzionali in materia ambientale che non hanno cagionato danno o pericolo concreto e attuale di danno alle risorse ambientali, urbanistiche o paesaggistiche protette.

Art. 318-ter. – (Prescrizioni). — 1. Allo scopo di eliminare la contravvenzione accertata, l’organo di vigilanza, nell’esercizio delle funzioni di polizia giudiziaria di cui all’articolo 55 del codice di procedura penale, ovvero la polizia giudiziaria impartisce al contravventore un’apposita prescrizione, fissando per la regolarizzazione un termine non superiore al periodo di tempo tecnicamente necessario. Tale termine è prorogabile, a richiesta del contravventore, per la particolare complessità o per l’oggettiva difficoltà dell’adempimento, per un periodo comunque non superiore a sei mesi. Tuttavia, quando specifiche circostanze non imputabili al contravventore determinano un ritardo nella regolarizzazione, il termine di sei mesi può essere prorogato per una sola volta, a richiesta del contravventore, per un periodo non superiore a ulteriori sei mesi, con provvedimento motivato che è comunicato immediatamente al pubblico ministero.

2. Copia della prescrizione è notificata o comunicata anche al rappresentante legale dell’ente nell’ambito o al servizio del quale opera il contravventore.

3. Con la prescrizione l’organo accertatore può imporre specifiche misure atte a far cessare situazioni di pericolo ovvero la prosecuzione di attività potenzialmente pericolose.

4. Resta fermo l’obbligo dell’organo accertatore di riferire al pubblico ministero la notizia di reato relativa alla contravvenzione, ai sensi dell’articolo 347 del codice di procedura penale.

Art. 318-quater. – (Verifica dell’adempimento). — 1. Entro sessanta giorni dalla scadenza del termine fissato nella prescrizione ai sensi dell’articolo 318-ter, l’organo accertatore verifica se la violazione è stata eliminata secondo le modalità e nel termine indicati dalla prescrizione.

2. Quando risulta l’adempimento della prescrizione, l’organo accertatore ammette il contravventore a pagare in sede amministrativa, nel termine di trenta giorni, una somma pari a un quarto del massimo dell’ammenda stabilita per la contravvenzione commessa. Entro centoventi giorni dalla scadenza del termine fissato nella prescrizione, l’organo accertatore comunica al pubblico ministero l’adempimento della prescrizione nonchè l’eventuale pagamento della predetta somma.

3. Quando risulta l’inadempimento della prescrizione, l’organo accertatore ne dà comunicazione al pubblico ministero e al contravventore entro novanta giorni dalla scadenza del termine fissato nella stessa prescrizione.

Art. 318-quinquies. – (Notizie di reato non pervenute dall’organo accertatore). — 1. Se il pubblico ministero prende notizia di una contravvenzione di propria iniziativa ovvero la riceve da privati o da pubblici ufficiali o incaricati di un pubblico servizio diversi dall’organo di vigilanza e dalla polizia giudiziaria, ne dà comunicazione all’organo di vigilanza o alla polizia giudiziaria affinchè provveda agli adempimenti di cui agli articoli 318-ter e 318-quater.

2. Nel caso previsto dal comma 1, l’organo di vigilanza o la polizia giudiziaria informano il pubblico ministero della propria attività senza ritardo.

Art. 318-sexies. – (Sospensione del procedimento penale). — 1. Il procedimento per la contravvenzione è sospeso dal momento dell’iscrizione della notizia di reato nel registro di cui all’articolo 335 del codice di procedura penale fino al momento in cui il pubblico ministero riceve una delle comunicazioni di cui all’articolo 318-quater, commi 2 e 3, delle presenti norme.

2. Nel caso previsto dall’articolo 318-quinquies, comma 1, il procedimento rimane sospeso fino al termine indicato al comma 1 del presente articolo.

3. La sospensione del procedimento non preclude la richiesta di archiviazione. Non impedisce, inoltre, l’assunzione delle prove con incidente probatorio, nè gli atti urgenti di indagine preliminare, nè il sequestro preventivo ai sensi degli articoli 321 e seguenti del codice di procedura penale.

Art. 318-septies. – (Estinzione del reato). — 1. La contravvenzione si estingue se il contravventore adempie alla prescrizione impartita dall’organo di vigilanza nel termine ivi fissato e provvede al pagamento previsto dall’articolo 318-quater, comma 2.

2. Il pubblico ministero richiede l’archiviazione se la contravvenzione è estinta ai sensi del comma 1.

3. L’adempimento in un tempo superiore a quello indicato dalla prescrizione, ma che comunque risulta congruo a norma dell’articolo 318-quater, comma 1, ovvero l’eliminazione delle conseguenze dannose o pericolose della contravvenzione con modalità diverse da quelle indicate dall’organo di vigilanza sono valutati ai fini dell’applicazione dell’articolo 162-bis del codice penale. In tal caso, la somma da versare è ridotta a un quarto del massimo dell’ammenda stabilita per la contravvenzione commessa.

Art. 318-octies. – (Norme di coordinamento e transitorie). — 1. Le norme della presente parte non si applicano ai procedimenti in corso alla data di entrata in vigore della medesima parte».

Art. 2.

1. Le disposizioni di cui alla presente legge entrano in vigore il giorno successivo a quello della pubblicazione della medesima legge nella Gazzetta Ufficiale.

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