Salvatore Micillo
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Archivi mensili: Gennaio 2017

Compostaggio di Comunità visita del M5S al Centro Ricerche Enea di Roma

Pubblicato su 30 Gennaio 2017 di Salvatore Micillo Pubblicato in Attività .

Una delegazione del MoVimento 5 Stelle è stata in visita presso il Centro Ricerche Enea di Casaccia (Roma) per approfondire la conoscenza della ricerca nei settori della sostenibilità ambientale, che porta avanti l’Ente.

I parlamentari, tutti membri delle commissioni ambiente dei due rami del Parlamento, tra cui le senatrici Moronese e Nugnes, ed i deputati De Rosa, Micillo, Vignaroli e Zolezzi sono stati accolti dal direttore infrastrutture e servizi l’ing. Marco Citterio, ed hanno avuto un momento dedicato all’approfondimento del lavoro che svolge l’Enea con il suo Dipartimento sostenibilità dei sistemi produttivi e territoriali con il dr. Roberto Morabito.
Successivamente i parlamentari hanno incontrato il dr. Marco Musmeci che li ha accompagnati a visitare l’impianto di Compostaggio aerobico di Comunità in sperimentazione da diversi anni presso il centro.

La rivoluzione del compostaggio di comunità

Il compostaggio di comunità è un processo di stabilizzazione aerobica controllata del materiale organico selezionato dai RU, ci permette di accelerare e migliorare il processo a cui naturalmente va incontro ogni sostanza organica. Se fatto rientrare nelle strategie di gestione dei rifiuti concorre ad assolvere alla priorità n°1 delle norme europee, ovvero la prevenzione.

Grazie ad alcuni emendamenti del M5S inseriti nella legge 28 dicembre 2015, n. 221 in particolare agli articoli 37 e 38, è diventato realtà il compostaggio di comunità (anche detto di prossimità) ovvero il compostaggio domestico e non domestico effettuato collettivamente, che sempre secondo quando dettato dalla legge premierà con la riduzione della tassa sui rifiuti i cittadini o le aziende florovivaistiche che lo effettueranno.

Per il mese di Febbraio 2017 è attesto il decreto attuativo che renderà operativa la legge al 100%, ed è importante evidenziare che ad esempio anche un piccolo condominio potrà chiedere l’autorizzazione al proprio Comune per effettuare l’autocompostaggio (fino ad un massimo di 80 ton/anno) senza che vi sia bisogno di particolari procedure autorizzative che innescavano l’infernale meccanismo delle conferenze dei servizi che finivano di fatto col scoraggiare gli enti e i cittadini. Basterà effettuare una comunicazione al Comune e agli enti competenti, utilizzando dei modelli che saranno disponibili a seguito della pubblicazione dei decreti attutati, per essere subito operativi entro pochi giorni.

Come funziona una compostiera di comunità, quali costi e quali vantaggi?

Nel video la sintesi della giornata trascorsa dai parlamentari del M5S al centro Enea di Casaccia di Roma, e alcuni cenni sul funzionamento di una macchina per il compostaggio, che i ricercatori del centro utilizzano e sperimentano da anni, conferendo gli scarti della mensa.

La visita al centro è stata particolarmente positiva in quanto si è constatato che le proposte del M5S riferite al compostaggio di prossimità e approvate con il collegato ambientale di dicembre scorso sono anche comprovate dalla sperimentazione tecnico-scientifica condotta dal centro Enea e non è stata riscontrata alcuna difficoltà o criticità nell’impianto, dove anzi si avvertiva il profumo di sottobosco. Quello della prevenzione dei rifiuti, del riciclo, riutilizzo e riuso dei materiali post-consumo con particolare riguardo alla materia organica è la strada giusta da perseguire per limitare e ridurre l’utilizzo di discariche e inceneritori anzi giungere in un futuro non lontano alla loro definitiva chiusura.

Un ringraziamento va a Enea per la disponibilità dimostrata.

 

 

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Tag: ambiente, beppe grillo, casaccia, commissione, compost, compostaggio, enea, m5s, ricerca, rifiuti .

Che fine fanno le ceneri di Acerra? M5S smaschera Galletti sui dati sbagliati dell’inceneritore

Pubblicato su 11 Gennaio 2017 di Salvatore Micillo Pubblicato in #NoInceneritore, Ambiente, Camera dei deputati .

Alla fine il ministro, spalle al muro, in Aula, ha dovuto ammettere che l’errore c’è stato e grossolano pure, e su un argomento su cui davvero non sarebbero proprio ammessi gli errori: la produzione esatta di ceneri prodotte dall’inceneritore di Acerra. Altro che soli 36mila tonnellate di ceneri prodotte, ma bensì 154mila tonnellate di ceneri all’anno, “sfuggite” al rapporto Ispra, che invece dovrebbe certificare con esattezza numeri e situazioni al Ministero. Con la salute dei cittadini non si scherza, e per questo il MoVimento 5 Stelle ha dato priorità al quesito, portato subito in Aula questa settimana.

Leggendo un editoriale a firma del vicepresidente ISDE, Antonio Marfella, ho deciso di verificare le perplessità sollevate dal noto medico che faceva notare come non fosse affatto possibile che l’inceneritore di Acerra, equivalente a 9 inceneritori, producesse solamente “36mila tonnellate di ceneri”. Assurdo, ed aveva ragione in questo articolo,pubblicato sul Fatto Quotidiano on line. 

Il Rapporto Ispra dice: ad Acerra nel 2015 inceneriti 714mila tonnellate di rsu, ma le ceneri non superano le 36mila tonnellate, ovvero appena il 5% del totale rsu incenerito. Secondo invece Marfella, esperto oramai in materia, tanto che è stato audito pure a Bruxelles, l’inceneritore di Acerra deve produrre almeno 150mila tonnellate l’anno di ceneri pesanti e non meno di 22mila tonnellate di ceneri leggere. Da 36mila tonnellate a 150mila stimate ce ne passano quindi di numeri. Che fine hanno fatto dunque? Perché scandalizza? Perché l’inceneritore di Acerra incenerirebbe più rifiuti degli otto inceneritori operanti in Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo e Molise ed insieme, inoltre incenerisce il 28% dei propri rsu rispetto alla media italiana del 19% ed europea del 24% e, pur non essendoci impianti di compostaggio per il rifiuto umido.

Il ministro Galletti ha confermato l’errore madornale definendolo come un “mero errore materiale”.

L’inceneritore di Acerra produce

dati riferiti al 2015

36.000 tonnellate di rifiuti, ceneri (o scorie) leggere che vanno :

  1. 17.000 tonnellate in provincia di Frosinone
  2. 8.500 tonnellate a Brescia
  3. 3.700 tonnellate a Pavia
  4. 5.600 tonnellate in Germania
  5. 537 tonnellate circa in giacenza ad Acerra

118.000 tonnellate di ceneri e scorie pesanti che vanno :

  1. 117.000 impianti di recupero metalli e inerti al Nord Italia
  2. 1000 tonnellate in giacenza ad Acerra

totale prodotto dall’inceneritore 154.000 tonnellate di rifiuti

Adesso tutti sapete che non è vero che i rifiuti spariscono una volta entrati nell’inceneritore. Quindi in un anno l’inceneritore di Acerra ha bruciato rifiuti in ingresso pari a 714.000 tonnellate (fonte rapporto Ispra 2016) e ha prodotto 154.000 tonnellate di rifiuti pari al 21.56%dei rifiuti rispetto a quelli in ingresso che trasformati in ceneri e scorie tossiche vanno in giro per l’Italia e l’Europa, a trovare ospitalità in impianti e poi in discariche.

EccoVi di seguito il botta e risposta tra me ed il Ministro dell’Ambiente Galletti.

 SALVATORE MICILLO. Grazie, Presidente, Ministro. La domanda che poniamo oggi al Governo e al Ministro dell’Ambiente è semplice. In pratica da quello che si legge dal rapporto ISPRA del 2016, nella tabella 336 – la leggo – scopriamo che la quantità dichiarata di ceneri prodotte ad Acerra non è superiore a 36.000 tonnellate l’anno, pari al 5 per cento del totale incenerito e che il maxi impianto di Acerra è diventato il più grande impianto d’incenerimento d’Italia, con 714.000 tonnellate di rifiuti inceneriti nel 2015. Secondo quando riporta Medici per l’ambiente – questi non sono i dati accertati da ISPRA – dovrebbe produrre non meno di 150.000 tonnellate l’anno di ceneri pesanti e non meno di 22.000 tonnellate di ceneri leggere. Quali sono i dati che voi apportate ? Queste ceneri dove stanno andando ?

PRESIDENTE. Il Ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, Gianluca Galletti, ha facoltà di rispondere per tre minuti.

GIAN LUCA GALLETTI, Ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare. Ringrazio l’onorevole Micillo perché mi dà la possibilità di chiarire un aspetto del rapporto ISPRA, che in effetti, leggendo, dà esattamente il risultato che l’onorevole interrogante citava nella sua presentazione. Il problema è che il dato riportato dall’ISPRA risulta incompleto proprio a causa di un mero errore materiale che l’ISPRA ha immediatamente provveduto a correggere. Provo a fare chiarezza sui dati. Con riferimento all’anno 2015, l’impianto di termovalorizzazione di Acerra ha prodotto circa 36.000 tonnellate di rifiuti da processi di abbattimento fumi-ceneri leggere. Successivamente queste ceneri sono state avviate ad impianto di trattamento per l’inertizzazione finalizzata al successivo recupero o smaltimento. Gli impianti sono ubicati sia nel territorio nazionale (circa 17.000 tonnellate in provincia di Frosinone, 8.500 a Brescia e 3.700 a Pavia), sia all’estero (5.600 tonnellate in Germania). Sono circa 537 le tonnellate rimaste in giacenza nell’impianto di Acerra. La termovalorizzazione ha inoltre prodotto circa 118.000 tonnellate di ceneri e scorie pesanti, inviate ad impianti di recupero di metalli e inerti situati nel Nord Italia, fatta eccezione per circa 1.000 tonnellate che risultano in giacenza presso lo stesso impianto. Quest’ultimo è il dato che non era stato riportato nella tabella del rapporto sui rifiuti 2016 redatto da ISPRA, su cui – come ho già detto – è intervenuta la correzione dell’ente competente. L’impianto di Acerra quindi, sulla base dei dati corretti, produce circa 154.000 tonnellate di rifiuti. Si fa presente inoltre che sulla base dei dati storici relativi a rifiuti d’ingresso, il Ministero dell’ambiente ha provveduto con il DPCM del 10 agosto 2016 all’individuazione della capacità complessiva di trattamento di rifiuti urbani e assimilati degli impianti di incenerimento già in esercizio e autorizzati a livello nazionale. Conseguentemente, il decreto ha individuato il fabbisogno residuo di incenerimento localizzando le infrastrutture da realizzarsi per macro aree e per regione nel rispetto degli obiettivi di raccolta differenziata e di riciclaggio tenendo appunto conto della pianificazione regionale. Resta intesoPag. 120comunque che, qualora ne ricorrano le condizioni, come previsto dal decreto, regioni e province autonome possono chiedere al Ministero, come previsto, l’aggiornamento del fabbisogno residuo di incenerimento di rifiuti.

 Per quanto riguarda, inoltre, la produzione e la gestione delle ceneri e delle scorie prodotte dall’impianto, queste esulano dalle finalità e dalla portata del decreto. La gestione di tali rifiuti speciali, infatti, è posta a carico del soggetto gestore dell’impianto ed è sottoposta al libero mercato nel rispetto dei principi di economicità e sostenibilità ambientale.

PRESIDENTE. L’onorevole Micillo ha facoltà di replicare per due minuti.

SALVATORE MICILLO. Grazie, Presidente, grazie Ministro. Allora, abbiamo ragione: si può dire che l’ISPRA, in pratica, con questa risposta, verifica che ci sono 154 mila tonnellate di rifiuti annue.
Ecco, apro qui una parentesi, e credo che sia abbastanza importante da dichiarare. Perché parliamo di ceneri ? Perché spesso si dice che, quando si incenerisce, non ci sono rifiuti. In pratica, con questa risposta, si dice esattamente che ci sono 154 mila tonnellate di rifiuti ogni anno che vengono dagli inceneritori, soltanto quello di Acerra. Ministro, a me piace sempre parlare con lei di quello che potremmo fare per ridurre ancora questi rifiuti, parlare di raccolta differenziata, di siti di compostaggio, che in Campania latitano ancora, e vorremmo mettere da parte quei 12 inceneritori che voi vorreste costruire per creare ancora e ancora questi rifiuti.
Credo che ci sia poco tempo per queste soluzioni e molto altro da dare ai nostri figli e nipoti, lasciare una terra che sia meno invasa dai rifiuti. Un intero comparto industriale che viene ogni giorno incenerito. Credo che potremmo dare assolutamente altro alle prossime generazioni. Vi ringrazio.

Qui il testo dell’Interrogazione a risposta immediata (Question Time)

Atto Camera. Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-02680

presentato da MICILLO Salvatore, testo di Martedì 10 gennaio 2017, seduta n. 721

MICILLO, DE ROSA, BUSTO, DAGA, ZOLEZZI, TERZONI, VIGNAROLI e MANNINO. — Al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare . — Per sapere – premesso che:
in data 29 dicembre 2016 Il Fatto quotidiano pubblicava un editoriale a firma del medico-oncologo Antonio Marfella, vicepresidente dell’associazione medici per l’ambiente Napoli (Isde), che segnala come nel report Ispra 2016 sulla gestione dei rifiuti urbani in Italia non siano comprese nella loro adeguata rilevazione l’esatta quantità di ceneri prodotte dall’inceneritore di Acerra (Napoli);
Marfella solleva alcune perplessità: «l’incenerimento dei rifiuti, oltre alle emissioni tossiche gassose, produce residui solidi. Questi ultimi si differenziano in:
a) scorie o ceneri pesanti, costituite dal residuo non combustibile dei rifiuti; rappresentano la frazione più rilevante degli scarti prodotti dal processo di incenerimento (da 200 a 300 chilogrammi per ogni tonnellata di rifiuto). Sono rifiuti speciali non pericolosi;
b) ceneri leggere o volanti, che derivano dai trattamenti di depurazione dei reflui gassosi e ceneri di caldaia; sono prodotte in quantità variabili tra 30 e 60 chilogrammi per tonnellata di rifiuto. Sono rifiuti pericolosi e vengono generalmente smaltite in discarica» (fonte Arpa Piemonte);
il report ISPRA è il documento ufficiale con il quale il Governo italiano certifica l’andamento della gestione dei rifiuti urbani;
l’inceneritore di Acerra dovrebbe quindi produrre non meno di 150 mila tonnellate l’anno di ceneri pesanti e non meno di 22 mila tonnellate l’anno di ceneri leggere, per un totale complessivo non inferiore alle 172 mila tonnellate l’anno, a fronte di un trattamento di 714.000 tonnellate di rifiuti solidi urbani conferiti nel 2015, mentre nella tabella 3.3.6 del rapporto Ispra 2016 la quantità dichiarata di ceneri prodotte dai nove inceneritori riuniti in Acerra non è superiore a 36.000 tonnellate l’anno;
emerge, pertanto, dal predetto Ispra che Acerra è diventato il più grande impianto di Italia; incenerisce il 28 per cento dei propri rifiuti solidi urbani rispetto alla media italiana del 19 per cento ed europea del 24 per cento. Risulta, inoltre, che la Campania non dispone di impianti specifici di trattamento per rifiuti speciali, come le ceneri da impianti di incenerimento –:
se il Ministro interrogato, anche al fine di promuovere la modifica del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 10 agosto 2016, che ha individuato la capacità complessiva di trattamento degli impianti di incenerimento di rifiuti urbani e assimilabili in esercizio o autorizzati a livello nazionale, intenda spiegare l’evidente difformità dei dati relativi alle scorie che sarebbero prodotte dall’impianto di Acerra rispetto al quantitativo registrato nel citato rapporto Ispra, contestualmente comunicando gli impianti ove siano conferiti per trattamento e smaltimento finale le ceneri prodotte. (3-02680)

#Inceneritore #Acerra #ceneri #QuestionTime #Galletti #errore #daticorretti

Il quesito originale pubblicato sugli Atti Indirizzo e Controllo della Camera dei Deputati in vista del QT in Assemblea alla Camera con il Ministro dell’Ambiente e del Territorio, Gian Luca Galletti.

 

 

il quesito al Ministro su che fine hanno fatto fare alle ceneri di Acerra

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Tag: Acerra, ambiente, ceneri, inceneritore, marfella, qt, question time .

SALUTE: M5S. Nola, punta iceberg, ispettori non sono risposta a tagli

Pubblicato su 9 Gennaio 2017 di Salvatore Micillo Pubblicato in Attività .

SALUTE: M5S, NOLA PUNTA ICEBERG, ISPETTORI NON SONO RISPOSTA A TAGLI

Interrogazione M5S sul caso si sovraffollamento avvenuto nella città campana
ROMA, 9 gennaio 2016 – “Il caso di Nola è solo la punta dell’iceberg di un sistema sanitario in estrema sofferenza a cause delle scelte politiche fatte negli anni dai governi di centrodestra e centrosinistra. Scelte che, come abbiamo sempre detto, mirano ad indebolire il servizio pubblico a suon di tagli – chiusura e accorpamento delle strutture ospedaliere, blocco delle assunzioni del personale medico-sanitario – per indurre i cittadini, quando ne abbiano la possibilità, a migrare verso il privato. L’invio degli ispettori da parte del ministro della Salute è solo un atto dovuto e Lorenzin deve rispondere dell’ inadeguatezza dimostrata nel corso di questi anni”.

Così i deputati M5S in commissione Affari Sociali che hanno depositato un’interrogazione sul caso avvenuto a Nola, a prima firma del collega campano Salvatore Micillo.

“Diamo la nostra piena vicinanza ai cittadini costretti nelle condizioni che sono state mostrate e a tutto il personale medico ospedaliero che, con professionalità e dedizione, stanno operando in una condizione di grave disagio. Infine, una sferzata ai media: normalmente la sanità arriva in prima pagina soltanto quando emergono i casi più eclatanti di malasanità o per far fare le passerelle al ministro della salute di turno. Stiamo parlando della vita e della salute dei cittadini, dello stato sociale e, dunque, il tema richiederebbe una presenza maggiore e più costante sugli organi di stampa”.

L’interrogazione a risposta scritta al Ministro della Salute Lorenzin sul caso dell’ospedale di Nola: 

Atto Camera. Interrogazione a risposta scritta 4-15182 presentato da MICILLO Salvatore

testo di Venerdì 13 gennaio 2017, seduta n. 723

MICILLO, BUSTO, DAGA, DE ROSA, MANNINO, TERZONI, ZOLEZZI, SILVIA GIORDANO, COLONNESE, DI VITA, GRILLO, LOREFICE, MANTERO, NESCI, BARONI e LUIGI DI MAIO. — Al Ministro della salute . — Per sapere – premesso che:  all’interno dell’ospedale Santa Maria della Pietà di Noia, in provincia di Napoli, sono state scattate delle fotografie, diffuse attraverso diversi social network, che ritraggono operatori sanitari intenti a prestare assistenza a persone, verosimilmente pazienti dell’ospedale, stese su di una coperta di fortuna poggiata direttamente sul pavimento. Nella denuncia, si legge, viene detto che una situazione del genere è causata dalla mancanza di posti letto e di barelle;
la notizia ha avuto risalto nella stampa locale e nazionale (http://www.corriere.it; http://www.ilmessaggero.it);
risulta evidente che un simile modus operandi risulta oltremodo pericoloso per la salute dei pazienti e contrario ad ogni protocollo sanitario;
la legge finanziaria 2007 ha introdotto l’attività di affiancamento delle regioni che hanno sottoscritto l’accordo comprensivo di piani di rientro, prevedendo che esso debba essere assicurata dal Ministero della salute, di concerto con il Ministero dell’economia e delle finanze, nell’ambito del sistema nazionale di verifica e controllo sull’assistenza sanitaria, SiVeAS;
con deliberazione del Consiglio dei ministri in data 23 luglio 2009 si è proceduto alla nomina del presidente pro tempore della regione Campania quale commissario ad acta per l’attuazione del piano di rientro dal disavanzo sanitario ai sensi dell’articolo 4, comma 2, del decreto-legge 1o ottobre 2007, n. 159, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 novembre 2007, n. 222;
si legge altresì da notizie di stampa che il Ministro interrogato ha inviato i carabinieri in loco e che il presidente della regione Campania ha avviato una indagine interna (http://www.ilfattoquotidiano.it) –:
se sia a conoscenza della situazione sopra descritta e quali iniziative, nel rispetto delle competenze delle regioni in materia di gestione sanitaria, intenda intraprendere per risolvere la problematica sopra descritta;
se non intenda acquisire ogni elemento utile anche al fine di trovare le cause di quanto accaduto;
quali siano le risultanze dell’intervento del personale dei carabinieri così come disposto dal Ministro della salute;
se intenda verificare che si proceda con celerità a risolvere la situazione descritta;
quali iniziative intenda intraprendere, a livello nazionale, anche di carattere urgente, al fine di tutelare la salute dei pazienti, facendo in modo che situazioni del genere non si avverino più;
quali siano state le iniziative assunte – nell’ambito della funzione che il Governo, tramite il suo commissario, deve esercitare in relazione al piano di rientro dal disavanzo sanitario della regione Campania – per garantire i livelli essenziali di assistenza nell’ospedale di Nola;
se la manca a di posti letto, oltre a pregiudicare la salute dei cittadini, non alimenti – eventualmente – un ulteriore aggravio di spese sul già deficitario bilancio del servizio sanitario regionale. (4-15182)

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Tag: interrogazione, ispettori, Nola, ospedale, pavimenti .

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