Salvatore Micillo
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Archivi mensili: Maggio 2017

Rassegna stampa di martedì 30 maggio 2017

Pubblicato su 30 Maggio 2017 di Salvatore Micillo Pubblicato in Rassegna stampa .

Cronache di Napoli del 30/05/17 pag. 22

Lo stesso Chiantese è stato con il parlamentare Salvatore Micillo e una delegazione del Movimento 5 Stelle di Sant’Antimo a visitare via Separiello “che continua a bruciare”.
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Italia punta sul sociale, Chiantese sull’ambiente

SANT’ANTIMO  – I sei candidati sindaco moltiplicano gli incontri con gli elettori. In corsa per la carica di sindaco anche Aurelio Russo, Corrado Chiariello, Salvatore Castiglione, Adriana Palladino e Nicola Chiantese. Una sfida a sei che si annuncia particolarmente infuocata. Lo stesso Chiantese è stato con il parlamentare Salvatore Micillo e una delegazione del Movimento 5 Stelle di Sant’Antimo a visitare via Separiello “che continua a bruciare”. L’obiettivo chiaramente è quello di intervenire quanto prima. Alle elezioni mancano 13 giorni e ormai nei bar e nei saloni di barbiere in città non si parla d’altro.

MARTEDÌ 30 MAGGIO 2017 05.42.20

Camera, interpellanze seduta 26 maggio: Zolezzi e altri -9-

Camera, interpellanze seduta 26 maggio: Zolezzi e altri -9- Camera, interpellanze seduta 26 maggio: Zolezzi e altri -9- Roma, 30 mag. (askanews) – Se intendano assumere iniziative per prevedere l’obbligo di accertamenti radiometrici in uscita da discariche o impianti produttivi complessi e/o oggetto di illeciti e in entrata in tutte le discariche per rifiuti speciali su tutto il territorio nazionale. (2-01813) «Zolezzi, Vignaroli, Daga, De Rosa, Busto, Micillo, Terzoni». Red/Sar/Sys 20170530T054212Z

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Rassegna stampa di lunedì 29 maggio 2017

Pubblicato su 29 Maggio 2017 di Salvatore Micillo Pubblicato in Rassegna stampa .

L’ambiente per i pentastellati. Nervi tesi sulle affissioni abusive. REATO / Il tema è stato affrontato a 360 gradi toccando tutti gli aspetti

NOCERA INFERIORE. Ieri il M5s ha affrontato in piazza Cianciullo il tema ambientale. In particolare i pentastellati hanno parlato del “reato ambientale”, inserito in una legge il cui primo firmatario è stato Salvatore Micillo, parlamentare presente al comizio dei grillini. C’era anche il consigliere regionale Vincenzo Viglione della commissione ambiente. Tema affrontato a 360 gradi e che ha toccato alcuni aspetti di Nocera. M5s impegnato anche sul fronte “affissioni abusive”. È di ieri la denuncia su un caso che probabilmente farà discutere, in una nota si legge: “Di recente c’è stato segnalato che qualche candidato abbia esternato dei risentimenti verso un cittadino attento a questa problematica. Vogliamo credere che questo sia un fatto isolato, circoscritto e che non abbia più a ripetersi per il futuro”. Lo stesso Vincenzo Spinelli candidato sindaco per il M5s sottoscrisse un patto di responsabilità sulle affissioni selvagge e che fu esteso a tutti i candidati: ma che non tutti rispettano. Si attende e si spera che si faccia leva sul senso civico.

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http://rtalive.it/2017/05/elezioni-nervi-tesi-sulle-affissioni-abusive-la-denuncia-del-m5s/45966/

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LUNEDÌ 29 MAGGIO 2017 13.00.40

++ AMBIENTE&ENERGIA // POLICY REPORT++-2-

(Public Policy) – Roma, 29 mag – La settimana scorsa l’aula ha sciolto i principali nodi del provvedimento. Sono stati approvati due emendamenti per fare in modo che i candidati a ricoprire il ruolo di direttore e di presidente di Parco debbano avere anche delle competenze ambientali. Il divieto di prospezione, ricerca, estrazione e sfruttamento di idrocarburi liquidi e gassosi nelle aree protette e nelle aree contigue è stato mitigato con l’approvazione di un emendamento che fa “salve le attività estrattive in corso e quelle ad esse strettamente conseguenti”. Via libera, inoltre, alle royalties, il pagamento di un contributo ambientale, anche per i titolari di impianti di imbottigliamento delle acque minerali all’interno di aree protette, in esercizio dalla data di entrata in vigore della nuova legge quadro sulle aree protette. Lo prevede un emendamento M5s, a prima firma Salvatore Micillo, approvato con riformulazione dall’aula della Camera al ddl di riforma delle aree protette; mentre si restringe il campo di applicazione delle royalties per i grandi impianti idroelettrici (di potenza superiore a 100 kW) ricadenti nelle aree protette. Non dovranno pagare infatti, come prevedeva in precedenza il ddl, gli impianti non dirittamente ricadenti nelle aree protette ma “i cui effetti ricadano sulle medesime aree”. La commissione Bilancio della Camera nel frattempo sta ultimando i lavori sulla cosiddetta manovrina. La scorsa settimana la V commissione ha proceduto con l’esame di buona parte degli articoli del dl ed oggi i deputati sono impegnati soprattutto sugli emendamenti del Governo. (Public Policy) @PPolicy_News NAF 291300 mag 2017 

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Rassegna stampa di domenica 28 maggio 2017

Pubblicato su 28 Maggio 2017 di Salvatore Micillo Pubblicato in Rassegna stampa .

Cronache di Napoli del 28/05/17 pag. 20

Al fianco di Vignati in piazza San Paolo anche Salvatore Micillo (nella foto a sinistra), rappresentante dei grillini in Parlamento e primo firmatario della legge sugli ecoreati, il consigliere regionale Luigi Cirillo.
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Tag: domenica .

Rassegna stampa di sabato 27 maggio 2017

Pubblicato su 27 Maggio 2017 di Salvatore Micillo Pubblicato in Rassegna stampa .

Una legge elettorale anti-M5s non esiste, risparmiatevi lo sforzo

di Massimo Pillera

Una legge elettorale anti-M5S non esiste dunque si rafforza la Grande Paura dell’establishment della politica (parola che oggi sostituisce quella più complessa di Sistema). I sondaggi da tempo parlano del M5S come prima forza politica del Paese, dando concretezza alla preoccupazione di tutte le vere forze politiche “antagoniste”: la vittoria dei Cinquestelle alle elezioni. Certo, in qualsiasi Paese normale, un movimento popolare attirerebbe l’attenzione degli analisti, mentre sarebbero gli altri partiti, “gli antagonisti”, a contrastare i desideri del popolo sovrano.
Ma l’Italia rappresenta da sempre, calvinianamente, il mondo alla rovescia. In tv si parla solo degli errori dei Cinquestelle, nessuna notizia delle cose fatte e dei successi ottenuti, Bagheria docet. Intanto nessuno commenta quando, al Lingotto, si oscura completamente il caso Consip.
Ma in cosa consiste la Grande Paura per i politicanti nostrani? Il M5S potrebbe arrivare al 40% ed è l’unica forza oggi in grado di farlo. Come? Facciamo un po’ di “fantapolitica”. Luigi Di Maio ha già annunciato che, dopo Roma, il Movimento ha imparato la lezione e si presenterà alle elezioni con la squadra di governo pronta e pubblica per gli elettori. Programma e ministri prima del voto per chiedere agli italiani di scegliere il proprio governo attraverso un voto di massa. Attualmente un terzo dei votanti sceglie il M5S quasi al buio, senza conoscere i leader e protagonisti. Quanti sanno chi è Salvatore Micillo, primo firmatario della legge sugli ecoreati? E quanti hanno letto l’analisi di Nicola Morra sulla corruzione nella sua intervista a Davigo? Sicuramente pochi. Vi assicuro che su questi due temi c’è la spiegazione a tutti i nostri perché.

Ecco che allora possiamo spiegarci la Grande Paura. Se i pentastellati si presentassero prima del voto (mi scuso con i personaggi che citerò per mero scopo esemplificativo) con una squadra di governo con personalità tipo Gino Strada alla Sanità, Salvatore Settis all’Ambiente ed alla Salvaguardia del paesaggio, la Gabbanelli alla Pubblica Amministrazione, Rodotà alla Giustizia, Cottarelli all’Economia, Petrini di Slow food all’Agricoltura, Landini allo Sviluppo economico, la Gianotti agli Esteri, uno come Nando dalla Chiesa agli Interni – tutti richiamati in servizio, per salvare il proprio Paese, magari tutti preventivamente scelti online attraverso apposite liste e consultazioni capillari – pensate che avrebbero difficoltà a raggiungere il 40%?

Possono fare qualsiasi legge elettorale, per arginare la crepa nella diga, ma l’acqua continuerà il suo inesorabile corso. Tutti cercano di bloccare il M5S e più inventano ostacoli più il Movimento cresce, perché di ostacoli si nutre. Il fenomeno ha avuto finora il grande merito di impedire la deriva violenta che pur cova nella nostra società. Ed assistiamo al paradosso che invece di “coccolare” un Movimento che ha convogliato l’indignazione popolare nelle istituzioni con straordinario successo (nel paese che voleva trasformare Verdini in padre costituente), l’establishment lo denigri continuamente. Insomma gli esperti di flussi hanno ormai capito che se il 30% è lo zoccolo duro del consenso del Movimento, con i ministri e la squadra di governo annunciata prima del voto, il raggiungimento del 40% per i cinquestelle sarebbe una passeggiata. Tutte le mamme e le zie lo sanno: quando monti la panna, poi tornare indietro allo stato liquido è impossibile.

fonte: Il Fatto Quotidiano
 
P.S. di Onda d’Urto

di Vincenzo Cirigliano
 

Quello ripreso in questo Post è un articolo di Marzo 2017 del Fatto Quotidiano che ben rappresenta gli umori e le dinamiche elettorali che rimbalzano oggi nel Paese Italia. Alle verità che già emergono in questo pezzo, si può senz’altro aggiungere che oggi, alla luce della situazione Politico Economica che dilaga su tutto il territorio Nazionale, in questo Paese non sarebbe proibitivo per il M5S raggiungere anche il 50% dei consensi, se, soprattutto, si dovessero presentare tentativi di sparigliare le carte, come già oggi si intravede, finalizzati a conservare le poltrone ed il Potere.

Una Eventuale Legge Elettorale costruita oggi ad Hoc, in base alle indicazioni di Renzi e Berlusconi e che, ad una verifica dei fatti (post votazioni), dia il Governo del Paese, con strani meccanismi elettorali, a chi non ha l’effettiva maggioranza dei consensi del Paese, sarebbe un fatto gravissimo per i cittadini. Lo stesso avverrebbe per incarichi di Governo assegnati a seguito di inciuci elettorali che possan prendere forma solo per impedire il Governo del M5S. Potrebbero entrambi rappresentare una miccia pericolosamente innescata. E’ la linea invalicabile che nessuna persona, che ancora conserva un minimo di razionalità, si dovrebbe mai sognare di superare …..

L’articolo sul sito Onda D’Urto 

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Rassegna stampa di mercoledì 24 maggio 2017

Pubblicato su 24 Maggio 2017 di Salvatore Micillo Pubblicato in Rassegna stampa .

MERCOLEDÌ 24 MAGGIO 2017 13.22.53

+++DDL PARCHI, OK ROYALTIES ANCHE SU IMBOTTIGLIAMENTO ACQUE MINERALI+++

(Public Policy) – Roma, 24 mag – Via libera alle royalties, il pagamento di un contributo ambientale, anche per i titolari di impianti di imbottigliamento delle acque minerali all’interno di aree protette, in esercizio dalla data di entrata in vigore della nuova legge quadro sulle aree protette. Lo prevede un emendamento M5s, a prima firma Salvatore Micillo, approvato con riformulazione dall’aula della Camera al ddl di riforma delle aree protette. L’emendamento aggiunge un comma all’articolo 8 del ddl, che istituisce una sorta di royalty sulle attività ambientalmente impattanti all’interno dei parchi, in particolare su quelle energetiche. Nella versione licenziata dalla commissione Ambiente della Camera le royaties saranno una tantum, il primo anno, per poi essere assorbite all’interno del sistema di pagamento dei servizi ecosistemici istituito dallo stesso provvedimento, attraverso una delega prevista all’articolo 28. La riformulazione proposta dal relatore Enrico Borghi (Pd) estende anche a questa royalty il meccanismo del pagamento una tantum e del pagamento dei servizi ecosistemici dal secondo anno di applicazione. La somma da versare sarà individuata da un decreto del ministero dell’Ambiente, di concerto con quello dell’Economia e dello Sviluppo economico, da emanare entro 180 giorni dall’entrata in vigore della legge. (Public Policy) @PPolicy_News NAF 241322 mag 2017 

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Rassegna stampa di lunedì 22 maggio 2017

Pubblicato su 22 Maggio 2017 di Salvatore Micillo Pubblicato in Rassegna stampa .

MERCOLEDÌ 24 MAGGIO 2017 05.20.29

Camera, interrogazioni seduta 22 maggio: Daga e altri

Camera, interrogazioni seduta 22 maggio: Daga e altri Roma, 24 mag. (askanews) – DAGA, VIGNAROLI, TERZONI, BUSTO, MICILLO, ZOLEZZI e DE ROSA. – Al Ministro dell’interno. – Per sapere – premesso che: nelle scorse settimane si è appreso dalla stampa e dai dipendenti del servizio giardini di Roma Capitale di diversi danneggiamenti subiti nella notte nelle varie sedi dislocate in tutta Roma; si giunge, proprio nelle ultime ore, all’ottavo gravissimo episodio di questo tipo, il che fa pensare che dietro tali azioni ci sia una regia preordinata a tutto questo, quasi di stampo mafioso e intimidatorio nei confronti dell’amministrazione comunale e di chi lavora in questo importante servizio pubblico; (Segue

MERCOLEDÌ 24 MAGGIO 2017 05.06.16

Camera, risoluzioni seduta 22 maggio: De Rosa e altri -41-

Camera, risoluzioni seduta 22 maggio: De Rosa e altri -41- Camera, risoluzioni seduta 22 maggio: De Rosa e altri -41- Roma, 24 mag. (askanews) – x) In relazione al settore della carta, a valutare l’opportunità di assumere iniziative per introdurre ulteriori misure specificamente volte ad incentivare il suo riciclo e puntare non solo sulla quantità del riciclo ma anche sulla sua qualità; 4) con riferimento alla proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la direttiva 94/62/CE sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio (COM(2015) 596 final) e allegato: a) adottare iniziative per migliorare il metodo di calcolo dell’obiettivo di riciclaggio e portare l’obbligo di rendicontazione dei dati almeno su base biennale; b) puntare sullo sviluppo del mercato di materiali e polimeri compostabili (cellulosa, Pla, Mater-bi e altri derivati di amido) che possono essere avviati a riciclo unitamente alla frazione organica, al contempo, aumentando i controlli e le verifiche sugli imballaggi terziari cosiddetti shopper non rispondenti allo standard tecnico (UNI EN 13432) previsto dalla legge. (7-01267) «De Rosa, Vignaroli, Busto, Daga, Micillo, Terzoni, Zolezzi, Luigi Di Maio, Fraccaro, Baroni, Petraroli, Battelli».

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Rassegna stampa di mercoledì 17 maggio 2016

Pubblicato su 17 Maggio 2017 di Salvatore Micillo Pubblicato in Ambiente, Rassegna stampa .

Legge sui parchi, Daga (M5S): “Una battaglia collettiva, non solo del Movimento 5 Stelle”

Mag 16, 2017

“Una battaglia collettiva, non solo del Movimento 5 Stelle”.  La dichiarazione è del capogruppo ambiente M5S alla Camera, Federica Daga, alla luce della conferenza stampa tenutasi oggi a Palazzo Chigi sul ddl parchi in discussione domani.

Cosa propone la nuova legge sui parchi? In discussione sono le modifiche alla legge 394 del 1991, il dispositivo che permise di colmare un vuoto legislativo sulla tutela delle aree naturalistiche.  Dal ’91, grazie a questa legge,  si è passati da una tutela del territorio dello 0,5%  all’attuale 10%. 

Per il biologo Giorgio Boscagli – già Direttore del Parco Regionale Sirente-Velino e del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi –  la nuova legge trasformerà “la governance dei parchi, ovvero, i criteri di selezione di direttori  e presidenti delle aree protette, affiché tutto risponda agli interessi di partito”.

Non solo. Come per l’Ilva, si ritornerà a parlare della dicotomia tra ambiente ed economia. “I presidenti e direttori  – afferma l’on. Salvatore Micillo –  non avranno alcuna competenza per portare avanti i parchi. Saranno soprattutto di nomina politica”.

Tra i relatori, la senatrice Paola Nugnes, secondo cui “la filosofia che guida questa riforma è il mettere a reddito e monetizzare qualunque cosa, cosicchè la predazione del territorio sia alla portata di tutti”. Alla fine del suo intervento la senatrice napoletana glissa:  “Solo la conservazione ci permetterà di preservare il nostro territorio”.

A chiudere i lavori, l’intervento dell’on. Daga: “Da domani il testo di legge passerà in aula alla Camera. Vorremmo fare una sana e lunga discussione insieme al Governo per far capire loro che tipo di conseguenze si stanno prospettando. Il filo conduttore di tutti gli interventi è la ‘finanziarizzazione del territorio’. Ci tocca quindi parlare di finanza creativa  e speculativa su quelli che sono i nostri beni comuni”.

Infine un appello rivolto agli altri partiti: “La battaglia parte anche qui, da quest’idea malsana che sta maturando ormai da 10/15 anni. Spero che questo invito a lottare contro questa proposta di legge venga presa anche da altre forze politiche”.

http://www.bioecogeo.com/legge-sui-parchi-dagam5s-una-battaglia-collettiva-non-solo-del-movimento-5-stelle/

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Rassegna stampa di martedì 16 maggio 2017 – Ecoreati, la legge funziona ! E poi Conf. Stampa Dl Parchi

Pubblicato su 16 Maggio 2017 di Salvatore Micillo Pubblicato in Ambiente, Rassegna stampa .

Ecoreati, una legge che funziona

 

  • AMBIENTE
Martedì 16 maggio 2017 – 12:13

Ecoreati, nel 2016 sequestri per 15 mln e 574 sanzioni

I dati di Legambiente a due anni dall’approvazione della legge

Roma, 16 mag. (askanews) – Nel 2016 la nuova legge sugli ecoreati ha consentito di sequestrare 133 beni per un valore di circa 15 milioni di euro e di sanzionare 574 ecoreati – più di uno e mezzo al giorno – di cui 173 hanno riguardato specificamente i nuovi delitti (30% del totale).

A due anni dall’approvazione della legge sugli ecoreati, Legambiente fa il punto sulla sua applicazione.

I nuovi delitti sono stati utilizzati in tutta Italia per sequestrare depuratori malfunzionanti, per fermare l’inquinamento causato da attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti (il primo delitto ambientale della normativa italiana approvato nel 2001), per intervenire su situazioni di inquinamento pregresso che continua ancora oggi a causare enormi danni ambientali in assenza di bonifica o per fermare attività illegali di vario genere, dalla pesca illegale a Taranto agli scarichi industriali non trattati a Chieti fino all’estrazione abusiva di inerti dalle cave o dai fiumi.

Sono le storie e i numeri – raccolti da Legambiente in un dossier presentato questa mattina a Roma – a raccontare quanto sia positivo il bilancio di questa “riforma di civiltà”, di cui hanno discusso oggi, insieme alla presidente e al direttore generale di Legambiente, Rossella Muroni e Stefano Ciafani, Pietro Grasso, presidente del Senato della Repubblica, Andrea Orlando, ministro della Giustizia, Raffaele Piccirillo, direttore generale della Giustizia Penale del ministero della Giustizia, Luca Ramacci, magistrato della Corte di Cassazione, Alessandro Bratti, presidente della Commissione di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, Donatella Ferranti, presidente della commissione giustizia della Camera, Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente della Camera, Massimo Caleo, vicepresidente della Commissione ambiente del Senato, Luca Marchesi, presidente di Assoarpa e vicepresidente del consiglio del sistema nazionale Protezione Ambiente, Serena Pellegrino, vicepresidente della Commissione ambiente della Camera, Loredana De Petris, presidente del gruppo misto del Senato, Paola Nugnes, Commissione Ambiente del Senato, Chiara Braga e Salvatore Micillo, deputati della Commissione Ambiente della Camera, moderati dal direttore de La Nuova Ecologia Enrico Fontana.(Segue)

http://www.askanews.it/cronaca/2017/05/16/ecoreati-nel-2016-sequestri-per-15-mln-e-574-sanzioni-pn_20170516_00103/

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MARTEDÌ 16 MAGGIO 2017 12.13.14

Ecoreati, nel 2016 sequestri per 15 mln e 574 sanzioni

Ecoreati, nel 2016 sequestri per 15 mln e 574 sanzioni Ecoreati, nel 2016 sequestri per 15 mln e 574 sanzioni I dati di Legambiente a due anni dall’approvazione della legge Roma, 16 mag. (askanews) – Nel 2016 la nuova legge sugli ecoreati ha consentito di sequestrare 133 beni per un valore di circa 15 milioni di euro e di sanzionare 574 ecoreati – più di uno e mezzo al giorno – di cui 173 hanno riguardato specificamente i nuovi delitti (30% del totale). A due anni dall’approvazione della legge sugli ecoreati, Legambiente fa il punto sulla sua applicazione. I nuovi delitti sono stati utilizzati in tutta Italia per sequestrare depuratori malfunzionanti, per fermare l’inquinamento causato da attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti (il primo delitto ambientale della normativa italiana approvato nel 2001), per intervenire su situazioni di inquinamento pregresso che continua ancora oggi a causare enormi danni ambientali in assenza di bonifica o per fermare attività illegali di vario genere, dalla pesca illegale a Taranto agli scarichi industriali non trattati a Chieti fino all’estrazione abusiva di inerti dalle cave o dai fiumi. Sono le storie e i numeri – raccolti da Legambiente in un dossier presentato questa mattina a Roma – a raccontare quanto sia positivo il bilancio di questa “riforma di civiltà”, di cui hanno discusso oggi, insieme alla presidente e al direttore generale di Legambiente, Rossella Muroni e Stefano Ciafani, Pietro Grasso, presidente del Senato della Repubblica, Andrea Orlando, ministro della Giustizia, Raffaele Piccirillo, direttore generale della Giustizia Penale del ministero della Giustizia, Luca Ramacci, magistrato della Corte di Cassazione, Alessandro Bratti, presidente della Commissione di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, Donatella Ferranti, presidente della commissione giustizia della Camera, Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente della Camera, Massimo Caleo, vicepresidente della Commissione ambiente del Senato, Luca Marchesi, presidente di Assoarpa e vicepresidente del consiglio del sistema nazionale Protezione Ambiente, Serena Pellegrino, vicepresidente della Commissione ambiente della Camera, Loredana De Petris, presidente del gruppo misto del Senato, Paola Nugnes, Commissione Ambiente del Senato, Chiara Braga e Salvatore Micillo, deputati della Commissione Ambiente della Camera, moderati dal direttore de La Nuova Ecologia Enrico Fontana.(Segue) Rus 20170516T121309Z

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MARTEDÌ 16 MAGGIO 2017 05.02.44

Camera, interrogazioni seduta 12 maggio: Terzoni e altri

Camera, interrogazioni seduta 12 maggio: Terzoni e altri Roma, 16 mag. (askanews) – TERZONI, MASSIMILIANO BERNINI, CASTELLI, AGOSTINELLI, CECCONI, CIPRINI, GALLINELLA, DAGA, BUSTO, DE ROSA, ZOLEZZI e MICILLO. – Al Presidente del Consiglio dei ministri. – Per sapere – premesso che: da fonti stampa dell’11 maggio 2017 si è appreso che il Consiglio dell’Unione europea si è riunito in data 10 maggio 2017 in sede di Coreper, non ha trovato un accordo sul dossier «disastri naturali» che finanzia la ricostruzione attraverso il fondo «Fondo europeo di sviluppo regionale»; (Segue) Red/Ral/Sys 20170516T050236Z

 

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INTERROGAZIONE BUSTO, M5S CAMERA, SU MACELLAZIONE UNGULATI, CINGHIALI IN PARTICOLARE

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MARTEDÌ 16 MAGGIO 2017 19.20.39

L’agricoltura in Parlamento, atti di indirizzo e controllo di Camera e Senato (3)

Le interrogazioni, risoluzioni, interpellanze e odg a tutela del made in Italy agroalimentare (AGV NEWS/AGRICOLAE) Roma, 16 MAG – INTERROGAZIONE BUSTO, M5S CAMERA, SU MACELLAZIONE UNGULATI, CINGHIALI IN PARTICOLARE Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-16564 presentato da BUSTO Mirko testo di Venerdi’ 12 maggio 2017, seduta n. 795 BUSTO, DAGA, DE ROSA, MICILLO, TERZONI e ZOLEZZI. ? Al Ministro della salute, al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. ? Per sapere – premesso che: l’Istituto zooprofilattico di Torino ha segnalato la presenza di contaminanti quali cesio 137 nei cinghiali prelevati a scopi venatori in Piemonte a conferma della possibilita’ che i cinghiali veicolino inquinanti pericolosi per la salute umana. Dalle dichiarazioni della direttrice dell’Istituto, Maria Caramelli ? su Repubblica Torino in concomitanza del convegno nazionale ?Operazione cinghiale: salute ed equilibrio della fauna, tutela e sicurezza del consumatore?, del 10 marzo 2017 nella sede torinese dell’Istituto zooprofilattico del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta – si evince il ruolo del cinghiale come ?sentinella? della salute dell’ambiente e degli animali domestici in quanto segnalatori della presenza di inquinanti radioattivi e come campanello d’allarme per la circolazione di microrganismi importanti per la salute dell’uomo e per la zootecnia moderna. Da cio’ l’evidenza della necessita’ di rigorosi controlli sanitari ad ampio spettro sugli animali abbattuti, in contrapposizione con l’andamento dei controlli ad oggi stimati, in Italia, inferiori al 10 per cento del totale degli animali uccisi in attivita’ di caccia; dal verbale della seduta n.?81 del 2 marzo 2017 della regione Toscana si evince che, secondo l’assessore Remaschi, ammontano sino a quella data a ben 93.306 i cinghiali abbattuti per l’anno in corso, in aumento rispetto alla media di 100.000 animali annui, al netto delle altre specie di ungulati uccisi in attivita’ di caccia e di controllo nel medesimo periodo. L’assessore riferisce che i centri di lavorazione in Toscana sono in tutto 4 (quattro), con solo 1.246 capi lavorati, ed i centri di sosta sono in tutto 9 (nove); la sentenza 27 giugno 2012, n.?25364, della Corte di Cassazione ricorda che gli scarti di origine animale sono sottoposti al regolamento 1069/2009 solo ed esclusivamente se siano qualificabili come sottoprodotti ai sensi dell’articolo 183, del decreto legislativo n.?152 del 2006, mentre in ogni altro caso, e a maggior ragione qualora il produttore se ne sia disfatto o li abbia abbandonati, sono soggetti al decreto legislativo n.?152 del 2006 ? parte IV; gli attuali numeri di ungulati uccisi, cinghiale in primis, in caccia in braccata e di selezione che si registrano in Toscana sono nettamente superiori ai quantitativi di carne di ungulati per cui sono state garantite le condizioni di refrigerazione e igienico-sanitarie previste dalle vigenti normative e dalla delibera di giunta regionale n.?1185 del 2014; secondo diverse fonti stampa e associazioni agricole, ambientaliste e venatorie, un’alta percentuale degli ungulati e dei cinghiali abbattuti durante le battute di caccia subiscono macellazione domestica per essere introdotti, illegalmente e senza adeguati controlli, nel circuito della vendita al dettaglio e nella ristorazione?-: se il Governo sia a conoscenza della percentuale esatta di cinghiali che e’ stata sottoposta ad analisi sanitaria in Toscana rispetto ai 93.306 cinghiali abbattuti sino al 2 marzo 2017 dichiarati dell’assessore Remaschi e della percentuale esatta dei controlli sanitari effettuati su tutte le altre specie di ungulati rispetto al relativo numero di esemplari abbattuti alla medesima data, ai fini della tutela zootecnica e sanitaria; di quali elementi disponga il Governo circa le modalita’ di smaltimento della totalita’ dei rifiuti speciali risultanti dalla macellazione degli ungulati, e dei cinghiali in particolare, eseguita dai cacciatori autorizzati in Toscana sino alla data attuale e delle modalita’ adottate per garantire la completa tracciabilita’ dello smaltimento di tali rifiuti speciali, dal momento della loro produzione sino allo sversamento nel sito e alle modalita’ di smaltimento degli stessi, al fine del contrasto dello smaltimento illegale di rifiuti speciali. (4-16564) (Agricolae) 192016 MAG 17 NNNN

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MARTEDÌ 16 MAGGIO 2017 16.53.01

Parchi: M5s, faremo ostruzionismo, e’ legge pericolosa

ZCZC6470/SXA XPP29157_SXA_QBXB R POL S0A QBXB Parchi: M5s, faremo ostruzionismo, e’ legge pericolosa (ANSA) – ROMA, 16 MAG – Il M5s fara’ ostruzionismo in Parlamento per bloccare la legge Parchi. Lo hanno annunciato i parlamentari del M5s che definiscono il ddl “una legge suicida, che mette in pericolo una delle piu’ grandi risorse ambientali del nostro Paese: i parchi e le aree protette”. “Dopo aver provato a proporre modifiche, dopo aver provato a sottolinearne le aberrazioni, martedi’ uniremo i fronti con lo scopo di bloccare questa legge pericolosa” dichiarano i parlamentari del M5S delle Commissioni Ambiente di Camera e Senato. Sara’ ostruzionismo in Aula alla Camera, annuncia il deputato Mirko Busto e, quando tornera’ al Senato, promette Paola Nugnes, “faremo di tutti per ‘arenarla’, faremo di tutto perche’ non arrivi in Aula e perche’ questa legge non venga discussa”. Il M5s lancia anche un appello “a tutte le forze politiche a stare al nostro fianco”. Il M5s critica le cosiddette “compensazioni”, a fronte delle quali, “nelle aree protette si potra’ fare quasi di tutto, anche le operazioni piu’ impattanti sull’ambiente, tipo trivellazioni ed estrazione di materiali”. Ma anche la gestione delle aree protette che “viene lasciata nelle mani della politica locale, viene estromesso il mondo scientifico e rimane una modesta rappresentanza di quello ambientalista, che deve sempre passare per l’approvazione degli enti locali” mentre “per il presidente dell’Ente che dovra’ gestire ogni area protetta, sara’ sufficiente una generica qualifica di ‘persona di comprovata esperienza nelle istituzioni o nelle professioni’, senza competenze specifiche”. “E’ la stessa logica che ha portato un commercialista alla guida del ministero dell’Ambiente” sottolinea Busto. Per Nugnes “la filosofia che guida questa riforma e’ quella del mettere a reddito e in cio’ possiamo dire che questo governo e questa legislatura che sono coerenti: mettere e a reddito e monetizzare qualsiasi cosa e’ la logica che li guida nella convinzione che lo sviluppo vada nella direzione dello sfruttamento e non il contrario”. “Questa legge e’ nata male e finita peggio” commenta Federica Daga mentre il M5s e le associazioni ambientaliste che lo sostengono in questa battaglia rimpiangono gia’ la vecchia legge parchi del ’91. “Quella si’ che tutelava il Paesaggio. Ora si fa una riforma che mette i parchi nelle mani di persone non competenti” sostiene Salvatore Micillo, e addirittura, aggiunge Busto, si affida il controllo faunistico “ai cacciatori, gli stessi che con i ripopolamenti hanno creato il problema”. (ANSA). CHI 16-MAG-17 16:52

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MARTEDÌ 16 MAGGIO 2017 16.45.34

Riforma Parchi, ostruzionismo M5s: governo attacca l’ambiente

Riforma Parchi, ostruzionismo M5s: governo attacca l’ambiente Riforma Parchi, ostruzionismo M5s: governo attacca l’ambiente “Faremo lotta dura in aula alla Camera” Roma, 16 mag. (askanews) – “Lotta dura” e “ostruzionismo in aula, emendamento per emendamento” contro il ddl Parchi che “da domani passerà in aula alla Camera”. A prometterle è il Movimento cinque stelle contrario alla legge di riforma che rivede il testo del 1991 e che, come ha spiegato in una conferenza stampa la deputata Federica Daga, “svilisce le aree naturali protette trasformandole in enti di profitto, noi vogliamo valorizzarle e metterle a disposizione di tutti. Il governo, invece, vuole mettere a reddito e monetizzare qualunque cosa”. I parlamentari Cinquestelle sono convinti che “non si debba mettere a reddito ma conservare e tutelare questo patrimonio”. “Questa legislatura e questo governo hanno prodotto grandi attacchi all’ambiente, la legge sui parchi nazionali del 1991 tutelava il paesaggio e invece qui, con la riforma, torniamo al contrasto tra ambiente ed economia, è successo anche con gli ecoreati e accade di nuovo con il ddl parchi – ha ribadito il deputato M5s Salvatore Micillo -. Peraltro i direttori dei parchi nazionali saranno di nomina politica e quindi chi non avrà nessuna competenza sulla governance dei parchi potrà portarla avanti. È impossibile, poi, che all’interno di un parco si parli di caccia e di pesca”. Insieme ai parlamentari Cinquestelle una rappresentanza delle associazioni ambientaliste come Wwf Italia, Italia nostra e Lipu contrarie alla nuova legge. “Si sta trasformando la governance dei parchi in un cavallo di Troia per imporre le direttive dei partiti – ha detto Giorgio Boscagli, già ispettore di sorveglianza del Parco Nazionale d’Abruzzo -. Si sta buttando via il bambino con l’acqua sporca, ci vuole rispetto e attenzione prima di tutto verso la Costituzione che prevede il rispetto dell’ambiente. Con il Gruppo dei 30 abbiamo tentato di spiegare questo in ogni modo. Peraltro il motivo per cui i parchi hanno i residui passivi è perchè non c’è la gente, bisogna ampliare le dotazioni organiche con le professionalità necessarie, quando il direttore deve firmare degli atti bisogna che ci sia qualcuno che fa un minimo di istruttoria”. (Segue)

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Ecoreati nel codice penale, numeri e storie di una legge che funziona

 Legambiente fa il punto a due anni dall’approvazione del provvedimento

A due anni dall’approvazione della legge sugli ecoreati, Legambiente fa il punto sulla sua applicazione. Che cosa ha prodotto finora il provvedimento che, dal 29 maggio 2015, ha introdotto i delitti ambientali nel codice penale? I nuovi delitti sono stati utilizzati in tutta Italia per sequestrare depuratori malfunzionanti, per fermare l’inquinamento causato da attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti (il primo delitto ambientale della normativa italiana approvato nel 2001), per intervenire su situazioni di inquinamento pregresso che continua ancora oggi a causare enormi danni ambientali in assenza di bonifica o per fermare attività illegali di vario genere, dalla pesca illegale a Taranto agli scarichi industriali non trattati a Chieti fino all’estrazione abusiva di inerti dalle cave o dai fiumi.

Sono le storie e i numeri – raccolti da Legambiente in un dossier presentato questa mattina a Roma – a raccontare quanto sia positivo il bilancio di questa “riforma di civiltà”, di cui hanno discusso oggi, insieme alla presidente e al direttore generale di Legambiente, Rossella Muroni e Stefano Ciafani, Pietro Grasso, presidente del Senato della Repubblica, Andrea Orlando, ministro della Giustizia, Raffaele Piccirillo, direttore generale della Giustizia Penale del ministero della Giustizia, Luca Ramacci, magistrato della Corte di Cassazione, Alessandro Bratti, presidente della Commissione di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, Donatella Ferranti, presidente della commissione giustizia della Camera, Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente della Camera, Massimo Caleo, vicepresidente della Commissione ambiente del Senato, Luca Marchesi, presidente di Assoarpa e vicepresidente del consiglio del sistema nazionale Protezione Ambiente, Serena Pellegrino, vicepresidente della Commissione ambiente della Camera, Loredana De Petris, presidente del gruppo misto del Senato, Paola Nugnes, Commissione Ambiente del Senato, Chiara Braga e Salvatore Micillo, deputati della Commissione Ambiente della Camera, moderati dal direttore de La Nuova Ecologia Enrico Fontana.

Secondo i numeri elaborati da Legambiente sull’azione repressiva svolta dalle forze di polizia e dalle Capitanerie di porto, nel 2016 la legge 68/2015 ha consentito di sequestrare 133 beni per un valore di circa 15 milioni di euro e di sanzionare 574 ecoreati – più di uno e mezzo al giorno – di cui 173 hanno riguardato specificamente i nuovi delitti (30% del totale).

Entrando nello specifico dei dati sull’azione repressiva svolta nel 2016 dalle forze di polizia, sul fronte dei delitti contestati, sono 143 i casi di inquinamento ambientale, 13 quelli di disastro ambientale, 6 quelli di impedimento di controllo, 5 i delitti colposi contro l’ambiente, 3 quelli di omessa bonifica e 3 i casi di aggravanti per morte o lesioni come conseguenza del delitto di inquinamento ambientale.

La Campania è la prima regione per il numero (70) di ecoreati contestati. La Sardegna è la regione con il maggior numero di denunciati (126), mentre l’Abruzzo per il numero più alto di aziende coinvolte (16). Il maggior numero di arresti è stato compiuto in Puglia (14), il numero più alto di sequestri in Calabria (43).

 

Ma sono altre ancora le fonti dei dati messi a confronto nel dossier: ci sono anche i numeri sul lavoro delle Procure e dei Tribunali pubblicati dal ministero della Giustizia, le statistiche delle Agenzie regionali per la protezione dell’ambiente e la relazione sull’attuazione della legge approvata dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti. E tutti testimoniano tutte l’incisività delle novità contenute nella legge.

 

Numeri dell’Ufficio dati statistici e monitoraggio della Direzione generale della giustizia penale del Ministero della giustizia

Nel 2016, secondo i dati raccolti da 87 procure (una copertura pari a circa il 53% del totale), si sono registrati 265 procedimenti aperti in applicazione della legge 68, con 446 persone denunciate. In testa il delitto di inquinamento ambientale (158 casi), 15 le contestazioni di disastro ambientale, 33 i casi di delitti colposi contro l’ambiente, 30 i procedimenti penali per omessa bonifica, 15 quelli per impedimento al controllo, 9 per i casi di morte o lesioni come conseguenza del delitto di inquinamento ambientale, 3 per traffico e abbandono di materiale ad alta radioattività. Allargando all’arco temporale che va dal 1 giugno 2015 a fine 2016, la legge 68 è stata applicata in 467 procedimenti penali con 651 persone denunciate. Nel 2015 sono stati 41 i procedimenti giudiziari che si sono conclusi con condanne di primo grado grazie alla nuova legge, mediante patteggiamenti e riqualificazione di reati contestati precedentemente sotto altro titolo.

 

Dati forniti da AssoArpa, l’associazione delle Agenzie regionali per la protezione ambientale

Le prescrizioni impartite dalle Arpa sono passate dalle 580 del 2015 alle 1.296 del 2016, le asseverazioni sono aumentate da 183 a 935, mentre il gettito economico che era stato di 491mila euro nel 2015 è salito a 2,2 milioni di euro nel 2016.

 

Dati della Relazione sull’attuazione della legge 68 approvata dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite al ciclo dei rifiuti

Secondo informazioni che la Commissione ha raccolto da 167 uffici giudiziari tra Procure, Tribunali e Corti di appello (pari al 57% del totale nazionale) emerge che circa il 60% degli uffici giudiziari ha già applicato la legge in tutta Italia, con una maggiore accentuazione nelle Isole e nel Sud.

 

Conferme arrivano anche dalle diverse sentenze emesse dalla Corte di Cassazione, che stanno fugando alcuni dubbi interpretativi sollevati da alcuni giuristi. A cominciare dalla sentenza n. 46170/16 della Terza sezione penale del 21 settembre – 3 novembre 2016. Una sentenza scaturita nell’ambito del ricorso fatto dal Tribunale di La Spezia sul sequestro effettuato dal Gip per l’ipotesi di inquinamento ambientale (ex art. 452 bis) per i lavori di dragaggio del «molo Garibaldi» e del «molo Fornelli» del Comune spezzino, procedimento che vede Legambiente costituita quale parte offesa. A questa sentenza ne sono seguite altre, tra cui quelle sulla pesca illegale a Taranto, su un caso di inquinamento causato da una distilleria in Campania e su un depuratore malfunzionante in Sicilia.

 

“L’introduzione dei delitti ambientali nel codice penale è stata una grande conquista per l’Italia, oggi leader nella lotta agli ecoreati, ed è il primo anello di una catena più lunga, che va costruita con l’obiettivo di innalzare i controlli ambientali per tutelare l’ambiente, la salute e le imprese sane – dichiara il direttore generale di Legambiente Stefano Ciafani -. È fondamentale che siano approvate presto norme che mancano ancora all’appello per completare questa catena della legalità ambientale. A cominciare dall’approvazione definitiva delle riforma del Codice penale approvata al Senato e ora al vaglio della Camera che prevede un meccanismo di allungamento dei tempi di prescrizione dei reati ambientali contravvenzionali per arrivare con maggiore certezza a sentenza definitiva, e da una legge che semplifichi l’iter di abbattimento delle costruzioni abusive, fermando ogni tentativo di norme blocca ruspe come è stato fatto con il ddl Falanga, oggi in aula a Palazzo Madama, grazie all’intervento della Commissione giustizia della Camera”.

 

Secondo Legambiente, tra i provvedimenti da approvare c’è anche il disegno di legge sui delitti contro fauna e flora protette e occorre completare l’iter di definizione dei decreti attuativi per rendere operativa la legge 132 del 2016 che ha riformato il sistema nazionale delle Agenzie per la protezione dell’ambiente. Un’altra modifica normativa riguarda l’accesso alla giustizia da parte delle associazioni, per garantire che le liti giudiziarie in materia ambientale non abbiano costi proibitivi e che si tenga conto delle condizioni soggettive dell’attore nella regolamentazione delle spese. Mentre, per quanto concerne la legge sugli ecoreati, Legambiente propone che vengano messe in campo azioni per rendere sempre più incisiva la sua azione repressiva e preventiva: un’operazione di formazione per tutti gli operatori del settore, la definizione delle linee guida nazionali per garantire un’uniforme applicazione della legge e quella di una modalità unica sul territorio nazionale per far confluire le sanzioni che vengono fatte pagare ai responsabili dei reati contravvenzionali minori in base a quanto previsto dalla parte Sesta Bis del Codice ambientale. Inoltre, si deve rimuovere la clausola di invarianza dei costi per la spesa pubblica prevista nella legge sugli ecoreati, così come in quella che ha istituito il Sistema nazionale a rete per la protezione dell’ambiente.

 scarica il dossier

https://www.legambiente.it/contenuti/comunicati/ecoreati-nel-codice-penale-numeri-e-storie-di-una-legge-che-funziona

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Legambiente fa il punto a due anni dall’approvazione del provvedimento

A due anni dall’approvazione della legge sugli ecoreati, Legambiente fa il punto sulla sua applicazione. Che cosa ha prodotto finora il provvedimento che, dal 29 maggio 2015, ha introdotto i delitti ambientali nel codice penale? I nuovi delitti sono stati utilizzati in tutta Italia per sequestrare depuratori malfunzionanti, per fermare l’inquinamento causato da attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti (il primo delitto ambientale della normativa italiana approvato nel 2001), per intervenire su situazioni di inquinamento pregresso che continua ancora oggi a causare enormi danni ambientali in assenza di bonifica o per fermare attività illegali di vario genere, dalla pesca illegale a Taranto agli scarichi industriali non trattati a Chieti fino all’estrazione abusiva di inerti dalle cave o dai fiumi.

 

Sono le storie e i numeri – raccolti da Legambiente in un dossier presentato questa mattina a Roma – a raccontare quanto sia positivo il bilancio di questa “riforma di civiltà”, di cui hanno discusso oggi, insieme alla presidente e al direttore generale di Legambiente, Rossella Muroni e Stefano Ciafani, Pietro Grasso, presidente del Senato della Repubblica, Andrea Orlando, ministro della Giustizia, Raffaele Piccirillo, direttore generale della Giustizia Penale del ministero della Giustizia, Luca Ramacci, magistrato della Corte di Cassazione, Alessandro Bratti, presidente della Commissione di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, Donatella Ferranti, presidente della commissione giustizia della Camera, Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente della Camera, Massimo Caleo, vicepresidente della Commissione ambiente del Senato, Luca Marchesi, presidente di Assoarpa e vicepresidente del consiglio del sistema nazionale Protezione Ambiente, Serena Pellegrino, vicepresidente della Commissione ambiente della Camera, Loredana De Petris, presidente del gruppo misto del Senato, Paola Nugnes, Commissione Ambiente del Senato, Chiara Braga e Salvatore Micillo, deputati della Commissione Ambiente della Camera, moderati dal direttore de La Nuova Ecologia Enrico Fontana.

Secondo i numeri elaborati da Legambiente sull’azione repressiva svolta dalle forze di polizia e dalle Capitanerie di porto, nel 2016 la legge 68/2015 ha consentito di sequestrare 133 beni per un valore di circa 15 milioni di euro e di sanzionare 574 ecoreati – più di uno e mezzo al giorno – di cui 173 hanno riguardato specificamente i nuovi delitti (30% del totale).

Entrando nello specifico dei dati sull’azione repressiva svolta nel 2016 dalle forze di polizia, sul fronte dei delitti contestati, sono 143 i casi di inquinamento ambientale, 13 quelli di disastro ambientale, 6 quelli di impedimento di controllo, 5 i delitti colposi contro l’ambiente, 3 quelli di omessa bonifica e 3 i casi di aggravanti per morte o lesioni come conseguenza del delitto di inquinamento ambientale.

La Campania è la prima regione per il numero (70) di ecoreati contestati. La Sardegna è la regione con il maggior numero di denunciati (126), mentre l’Abruzzo per il numero più alto di aziende coinvolte (16). Il maggior numero di arresti è stato compiuto in Puglia (14), il numero più alto di sequestri in Calabria (43).

Ma sono altre ancora le fonti dei dati messi a confronto nel dossier: ci sono anche i numeri sul lavoro delle Procure e dei Tribunali pubblicati dal ministero della Giustizia, le statistiche delle Agenzie regionali per la protezione dell’ambiente e la relazione sull’attuazione della legge approvata dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti. E tutti testimoniano tutte l’incisività delle novità contenute nella legge.

Numeri dell’Ufficio dati statistici e monitoraggio della Direzione generale della giustizia penale del Ministero della giustizia

Nel 2016, secondo i dati raccolti da 87 procure (una copertura pari a circa il 53% del totale), si sono registrati 265 procedimenti aperti in applicazione della legge 68, con 446 persone denunciate. In testa il delitto di inquinamento ambientale (158 casi), 15 le contestazioni di disastro ambientale, 33 i casi di delitti colposi contro l’ambiente, 30 i procedimenti penali per omessa bonifica, 15 quelli per impedimento al controllo, 9 per i casi di morte o lesioni come conseguenza del delitto di inquinamento ambientale, 3 per traffico e abbandono di materiale ad alta radioattività. Allargando all’arco temporale che va dal 1 giugno 2015 a fine 2016, la legge 68 è stata applicata in 467 procedimenti penali con 651 persone denunciate. Nel 2015 sono stati 41 i procedimenti giudiziari che si sono conclusi con condanne di primo grado grazie alla nuova legge, mediante patteggiamenti e riqualificazione di reati contestati precedentemente sotto altro titolo.

Dati forniti da AssoArpa, l’associazione delle Agenzie regionali per la protezione ambientale

Le prescrizioni impartite dalle Arpa sono passate dalle 580 del 2015 alle 1.296 del 2016, le asseverazioni sono aumentate da 183 a 935, mentre il gettito economico che era stato di 491mila euro nel 2015 è salito a 2,2 milioni di euro nel 2016.

Dati della Relazione sull’attuazione della legge 68 approvata dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite al ciclo dei rifiuti

Secondo informazioni che la Commissione ha raccolto da 167 uffici giudiziari tra Procure, Tribunali e Corti di appello (pari al 57% del totale nazionale) emerge che circa il 60% degli uffici giudiziari ha già applicato la legge in tutta Italia, con una maggiore accentuazione nelle Isole e nel Sud.

Conferme arrivano anche dalle diverse sentenze emesse dalla Corte di Cassazione, che stanno fugando alcuni dubbi interpretativi sollevati da alcuni giuristi. A cominciare dalla sentenza n. 46170/16 della Terza sezione penale del 21 settembre – 3 novembre 2016. Una sentenza scaturita nell’ambito del ricorso fatto dal Tribunale di La Spezia sul sequestro effettuato dal Gip per l’ipotesi di inquinamento ambientale (ex art. 452 bis) per i lavori di dragaggio del «molo Garibaldi» e del «molo Fornelli» del Comune spezzino, procedimento che vede Legambiente costituita quale parte offesa. A questa sentenza ne sono seguite altre, tra cui quelle sulla pesca illegale a Taranto, su un caso di inquinamento causato da una distilleria in Campania e su un depuratore malfunzionante in Sicilia.

“L’introduzione dei delitti ambientali nel codice penale è stata una grande conquista per l’Italia, oggi leader nella lotta agli ecoreati, ed è il primo anello di una catena più lunga, che va costruita con l’obiettivo di innalzare i controlli ambientali per tutelare l’ambiente, la salute e le imprese sane – dichiara il direttore generale di Legambiente Stefano Ciafani -. È fondamentale che siano approvate presto norme che mancano ancora all’appello per completare questa catena della legalità ambientale. A cominciare dall’approvazione definitiva delle riforma del Codice penale approvata al Senato e ora al vaglio della Camera che prevede un meccanismo di allungamento dei tempi di prescrizione dei reati ambientali contravvenzionali per arrivare con maggiore certezza a sentenza definitiva, e da una legge che semplifichi l’iter di abbattimento delle costruzioni abusive, fermando ogni tentativo di norme blocca ruspe come è stato fatto con il ddl Falanga, oggi in aula a Palazzo Madama, grazie all’intervento della Commissione giustizia della Camera”.

Secondo Legambiente, tra i provvedimenti da approvare c’è anche il disegno di legge sui delitti contro fauna e flora protette e occorre completare l’iterdi definizione dei decreti attuativi per rendere operativa la legge 132 del 2016 che ha riformato il sistema nazionale delle Agenzie per la protezione dell’ambiente. Un’altra modifica normativa riguarda l’accesso alla giustizia da parte delle associazioni, per garantire che le liti giudiziarie in materia ambientale non abbiano costi proibitivi e che si tenga conto delle condizioni soggettive dell’attore nella regolamentazione delle spese. Mentre, per quanto concerne la legge sugli ecoreati, Legambiente propone che vengano messe in campo azioni per rendere sempre più incisiva la sua azione repressiva e preventiva: un’operazione di formazione per tutti gli operatori del settore, la definizione delle linee guida nazionali per garantire un’uniforme applicazione della legge e quella di una modalità unica sul territorio nazionale per far confluire le sanzioni che vengono fatte pagare ai responsabili dei reati contravvenzionali minori in base a quanto previsto dalla parte Sesta Bis del Codice ambientale. Inoltre, si deve rimuovere la clausola di invarianza dei costi per la spesa pubblica prevista nella legge sugli ecoreati, così come in quella che ha istituito il Sistema nazionale a rete per la protezione dell’ambiente.

http://www.dazebaonews.it/italia/47401-ecoreati-nel-codice-penale-numeri-e-storie-di-una-legge-che-funziona.html

 

 

 

 

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Tag: ambientali, bonifica, ciafani, crimini, ecoreati, muroni, reati, sanzioni .

Rassegna stampa di venerdì 12 maggio 2017

Pubblicato su 12 Maggio 2017 di Salvatore Micillo Pubblicato in Rassegna stampa .

Il Mattino (ed. Nord) del 12/05/17 pag. 44

Tra i firmatari figurano Salvatore Micillo, e il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio.
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Escalation criminale a Marano, i Cinque Stelle interrogano il governo

Il Movimento 5 Stelle di Marano di Napoli, vista l’inarrestabile escalation di reati e violenza, che dal 2016 fino ad oggi stanno inginocchiando la città, ha chiesto ai propri portavoce in parlamento di interrogare i Ministri della Difesa e dell’Interno per chiedere loro se siano al corrente di quanto i cittadini stiano vivendo e subendo e quali soluzioni intendano adottare affinché vengano ripristinati gli standard di vivibilità e sicurezza nel comune.

Augurandoci celeri risposte da parte del Governo, confidiamo nel massimo impegno del Sig. Prefetto Reppucci affinché anch’egli faccia tutto il possibile per ciò che gli compete e che a sua volta pressi Ministri e vertici delle Forze dell’ordine per ottenere le migliori soluzioni ai problemi di Marano.

Di Seguito è possibile leggere l’interrogazione parlamentare presentata.

ATTO CAMERA
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/16537
Dati di presentazione dell’atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 793 del 10/05/2017
Firmatari
Primo firmatario: MICILLO SALVATORE
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 10/05/2017
Elenco dei co-firmatari dell’atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DI MAIO LUIGI MOVIMENTO 5 STELLE 10/05/2017
GALLO LUIGI MOVIMENTO 5 STELLE 10/05/2017
SIBILIA CARLO MOVIMENTO 5 STELLE 10/05/2017
PISANO GIROLAMO MOVIMENTO 5 STELLE 10/05/2017
GIORDANO SILVIA MOVIMENTO 5 STELLE 10/05/2017

Destinatari
Ministero destinatario:
MINISTERO DELL’INTERNO
MINISTERO DELLA DIFESA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL’INTERNO delegato in data 10/05/2017
Stato iter: IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-16537
presentato da
MICILLO Salvatore
testo di
Mercoledì 10 maggio 2017, seduta n. 793
MICILLO, LUIGI DI MAIO, LUIGI GALLO, SIBILIA, PISANO e SILVIA GIORDANO. — Al Ministro dell’interno, al Ministro della difesa . — Per sapere – premesso che:
Marano di Napoli è un comune della città metropolitana di Napoli in Campania, che conta quasi 60 mila abitanti;
il 9 maggio 2017 un uomo di 43 anni, titolare di una gioielleria viene ritrovato senza vita nel suo negozio, dove è stata svuotata la cassaforte e messo a soqquadro il locale, inquirenti ed investigatori indagano (http://napoli.repubblica.it);
in data 23 marzo 2017, tre banditi armati hanno fatto irruzione all’interno della filiale Banca Credem di corso Europa, dopo aver utilizzato un’auto come «ariete», minacciando, armi in pugno i dipendenti, costretti a consegnare i soldi. Come si vede dalle immagini diffuse, uno faceva da palo in strada «armato di fucile» tenendo così la strada sotto controllo mentre gli altri due mettevano a segno il colpo (http://www.teleclubitalia.it);
in data 28 gennaio 2017 una testata web riferiva di «Diversi controlli eseguiti dai carabinieri in città, anche con il supporto di un elicottero per sorvegliare il tutto dall’alto» e che «in città, nelle ultime settimane, si registrano fibrillazioni criminali e si teme uno scontro tra gruppi camorristici. L’operazione è scattata infatti dopo alcuni recenti episodi come una presunta sparatoria ed il danneggiamento di un’attività commerciale di proprietà di un appartenente ad una famiglia malavitosa locale». (http://www.teleclubitalia.it);
in data 7 maggio 2016, le cronache riferivano di un morto ed un ferito a seguito di una sparatoria avvenuta nei pressi del mercato ortofrutticolo di via Unione Sovietica (http://www.napolitoday.it);
gli ultimi fatti di cronaca hanno generato nella popolazione un senso di sfiducia in termini di ordine e di sicurezza;
l’escalation di episodi sempre più cruenti produce ripercussioni a livello economico e sociale;
va considerata la crescente preoccupazione degli abitanti;
va considerato anche il lavoro già complesso, svolto con dedizione dalle forze dell’ordine locali e l’ampio territorio da sovraintendere;
in data 27 marzo 2017 si è appreso che la nascente compagnia dei carabinieri, realizzata con fondi comunali ed europei, non aprirebbe ancora i battenti a causa di «intoppi tecnico-burocratici» quali: «collaudo strutturale e firma della convenzione tra il Comune e la Prefettura>>. E che «il Comune, in attesa che il comando generale dell’Arma limi gli ultimi dettagli tecnici, potrebbe ora sollecitare la prefettura affinché si arrivi quanto prima alla firma della convenzione tra le parti» (http://www.terranostranews.it)
–: se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti rappresentati in premessa; quali iniziative intendano assumere con la massima urgenza, in particolare se intendano fornire elementi, per quanto di competenza, circa l’istituzione della compagnia dei carabinieri che sostituirebbe l’attuale «tenenza» ed in che modo intendano rafforzare, in termini di mezzi e di uomini, le dotazioni delle forze dell’ordine in servizio a Marano di Napoli e nel suo hinterland; se non intendano presenziare anche ad un comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica (che andrebbe convocata a breve termine) al fine di rafforzare l’attività di controllo del territorio. (4-16537)

http://www.terranostranews.it/2017/05/11/escalation-criminale-a-marano-i-cinque-stelle-interrogano-il-governo/
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VENERDÌ 12 MAGGIO 2017 05.21.29

Camera, interrogazioni seduta 10 maggio: Micillo e altri

Camera, interrogazioni seduta 10 maggio: Micillo e altri Roma, 12 mag. (askanews) – Micillo, LUIGI DI MAIO, LUIGI GALLO, SIBILIA, PISANO e SILVIA GIORDANO. – Al Ministro dell’interno, al Ministro della difesa. – Per sapere – premesso che: Marano di Napoli è un comune della città metropolitana di Napoli in Campania, che conta quasi 60 mila abitanti; il 9 maggio 2017 un uomo di 43 anni, titolare di una gioielleria viene ritrovato senza vita nel suo negozio, dove è stata svuotata la cassaforte e messo a soqquadro il locale, inquirenti ed investigatori indagano (http://napoli.repubblica.it)

VENERDÌ 12 MAGGIO 2017 05.21.41

Camera, interrogazioni seduta 10 maggio: Micillo e altri -2-

Camera, interrogazioni seduta 10 maggio: Micillo e altri -2- Roma, 12 mag. (askanews) – In data 23 marzo 2017, tre banditi armati hanno fatto irruzione all’interno della filiale Banca Credem di corso Europa, dopo aver utilizzato un’auto come «ariete», minacciando, armi in pugno i dipendenti, costretti a consegnare i soldi. Come si vede dalle immagini diffuse, uno faceva da palo in strada «armato di fucile» tenendo così la strada sotto controllo mentre gli altri due mettevano a segno il colpo (http://www.teleclubitalia.it); in data 28 gennaio 2017 una testata web riferiva di «Diversi controlli eseguiti dai carabinieri in città, anche con il supporto di un elicottero per sorvegliare il tutto dall’alto» e che «in città, nelle ultime settimane, si registrano fibrillazioni criminali e si teme uno scontro tra gruppi camorristici. (Segue)

VENERDÌ 12 MAGGIO 2017 05.21.41

Camera, interrogazioni seduta 10 maggio: Micillo e altri -3-

Camera, interrogazioni seduta 10 maggio: Micillo e altri -3- Roma, 12 mag. (askanews) – L’operazione è scattata infatti dopo alcuni recenti episodi come una presunta sparatoria ed il danneggiamento di un’attività commerciale di proprietà di un appartenente ad una famiglia malavitosa locale». (http://www.teleclubitalia.it); in data 7 maggio 2016, le cronache riferivano di un morto ed un ferito a seguito di una sparatoria avvenuta nei pressi del mercato ortofrutticolo di via Unione Sovietica (http://www.napolitoday.it); gli ultimi fatti di cronaca hanno generato nella popolazione un senso di sfiducia in termini di ordine e di sicurezza; l’escalation di episodi sempre più cruenti produce ripercussioni a livello economico e sociale;(Segue)

VENERDÌ 12 MAGGIO 2017 05.21.48

Camera, interrogazioni seduta 10 maggio: Micillo e altri -4-

Camera, interrogazioni seduta 10 maggio: Micillo e altri -4- Roma, 12 mag. (askanews) – Va considerata la crescente preoccupazione degli abitanti; va considerato anche il lavoro già complesso, svolto con dedizione dalle forze dell’ordine locali e l’ampio territorio da sovraintendere; in data 27 marzo 2017 si è appreso che la nascente compagnia dei carabinieri, realizzata con fondi comunali ed europei, non aprirebbe ancora i battenti a causa di «intoppi tecnico-burocratici» quali: «collaudo strutturale e firma della convenzione tra il Comune e la Prefettura». E che «il Comune, in attesa che il comando generale dell’Arma limi gli ultimi dettagli tecnici, potrebbe ora sollecitare la prefettura affinché si arrivi quanto prima alla firma della convenzione tra le parti» (http://www.terranostranews.it) -: (Segue)

VENERDÌ 12 MAGGIO 2017 05.21.53

Camera, interrogazioni seduta 10 maggio: Micillo e altri -5-

Camera, interrogazioni seduta 10 maggio: Micillo e altri -5- Roma, 12 mag. (askanews) – Se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti rappresentati in premessa; quali iniziative intendano assumere con la massima urgenza, in particolare se intendano fornire elementi, per quanto di competenza, circa l’istituzione della compagnia dei carabinieri che sostituirebbe l’attuale «tenenza» ed in che modo intendano rafforzare, in termini di mezzi e di uomini, le dotazioni delle forze dell’ordine in servizio a Marano di Napoli e nel suo hinterland; se non intendano presenziare anche ad un comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica (che andrebbe convocata a breve termine) al fine di rafforzare l’attività di controllo del territorio. (4-16537) Red/Sar/Sys 20170512T052146Z

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Rassegna stampa di martedì 9 maggio 2017 – rogo tossico a Pomezia

Pubblicato su 9 Maggio 2017 di Salvatore Micillo Pubblicato in Rassegna stampa .

Incendio Pontina, monitoraggio sanitario e fare chiarezza sui roghi simili in tutta Italia

Roma, 8 maggio 2017 – «Non sappiamo come possa Zingaretti affermare che non c’è rischio amianto dopo il rogo tossico di Pomezia. I dati saranno pronti solo nei prossimi giorni, fino ad allora sarebbe il caso di usare maggiore cautela. Appaiono fuori luogo le dichiarazioni tranquillizzanti dopo i dati Arpa. Soprattutto perchè le polveri sottili generate dopo un rogo del genere hanno una composizione chimica differente rispetto a quelle generate dal traffico veicolare. Insomma, invece di tranquillizzare, occorrerebbe un po’ di prudenza da parte della Regione»: dicono i parlamentari delle commissioni ambiente di Camera e Senato.

«Quantomeno prematuro dire che non ci sono contaminazioni in atto nei terreni agricoli – sottolinea la senatrice Paola Nugnes, correlatrice della relazione Lazio per la Commissione ecomafie – Bisognerà tenere i riflettori accesi su questa vicenda anche quando sparirà dalle cronache. Perchè le sostanze inquinanti si depositano sui terreni e gli effetti sono a lungo termine. Chiediamo un monitoraggio sanitario della popolazione e dei lavoratori coinvolti, che hanno respirato le polveri tossiche».

«Vogliamo vederci chiaro: ci sono stati oltre 100 incidenti a impianti di riciclo in Italia da inizio 2015 a oggi senza che questo governo abbia fatto nulla, spingendo solo sul l’incenerimento dei rifiuti. C’è una regia? Possiamo parlare di guerra dei rifiuti? Noi l’abbiamo denunciato più volte. È ora di fare chiarezza», denuncia il deputato Alberto Zolezzi della Commissione Ambiente della Camera e commissione d’inchiesta sulle ecomafie.

«Chiediamo che Arpa e Regione Lazio si impegnino a divulgare presto i dati e informare i cittadini costantemente. Si devono accertare le cause dell’incendio che sono sempre più frequenti negli impianti che trattano rifiuti come abbiamo denunciato più volte. Spesso questi impianti hanno piani di emergenza, garanzie assicurative e fideiussioni inadeguate», spiega Stefano Vignaroli, vicepresidente della Commissione ecomafie.

«Speriamo che la magistratura faccia presto le indagini e che possa applicare la legge 68 sugli ecoreati per disastro ambientale», sottolinea Salvatore Micillo, deputato della Commissione Ambiente e firmatario della legge.

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L’articolo sul blog di Beppe Grillo

 

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